giovedì 31 dicembre 2009

5 previsioni per Facebook

Qui, cinque previsioni per Facebook nel 2010.

In rapidissima sintesi: 1. Il futuro di Facebook parte con FriendFeed; 2. Facebook vuole lavorare sul tempo reale; 3. Facebook cercherà una sempre maggiore integrazione con il resto del Web (sfidando anche Google nell'ambito delle ricerche); 4. Facebook si adatterà alle diverse zone geografiche della Rete; 5. Facebook sta valutando di lanciare una moneta virtuale.

Aggiungo io, una considerazione storica: Facebook è l'idea che non hanno avuto i gestori di AOL, America Online. Se nel 1996-1999 AOL avesse avuto quel genere di idea per i suoi milioni di utenti a pagamento, oggi forse sarebbe l'azienda più importante del mondo.

Digitale terrestre, innovazione per poveracci

Ho già scritto dei motivi per cui il digitale terrestre mi sembra una patacca, ovvero una mezza truffa di qualità neanche tanto eccelsa.

Ecco qui altri motivi, più tecnici e strategici. In pratica, entro dieci anni, probabilmente si cambierà ancora sistema, perché il digitale terrestre è un accrocchio provvisorio che offre principalmente il vantaggio di far vendere più tv e decoder.

Ufficialmente su YouTube... presumibilmente fra qualche ora

La Presidenza della Repubblica comunica di avere aperto un canale ufficiale su YouTube. Tale canale verrà inaugurato con il messaggio di fine anno previsto per il 31 dicembre a reti unificate in tv.

Per il momento il link non funziona. Probabilmente sarebbe stato meglio prima aprire il canale su YouTube, mettervi un primo filmato relativo proprio a questa novità (ad esempio il portavoce del presidente che comunica la cosa e le intenzioni che l'hanno ispirata) e poi, a link funzionante e operativo, comunicare la notizia in pompa magna.


Aggiornamento: ora il link funziona, ecco il primo filmato, decisamente molto ufficiale:

La possibilità di fare commenti è stata disattivata. Forse le istituzioni non sono ancora pronte per un dialogo troppo interattivo...

mercoledì 30 dicembre 2009

Corso di scrittura creativa in cento chiacchierate

Un interessantissimo corso di scrittura creativa, con interessanti considerazioni sulla tecnica e sul talento.

Nel paese dei gattopardi...

Nel paese dei gattopardi, ogni cosa arriva sempre troppo tardi.

L'attenzione al cliente di Trenitalia

Un altro esempio di customer care di Trenitalia: un ragazzo senza braccia sale sul treno senza biglietto e, nonostante avesse i soldi per pagare, viene rimproverato dal capotreno "perché avrebbe potuto farlo con le macchine automatiche". Non solo: viene anche fatto scendere, e la polizia ferroviaria prende le generalità dell'unico viaggiatore che prende le sue difese. Non solo: quando il viaggiatore chiede le generalità di controllore e poliziotti, questi rifiutano "perché non sono tenuti a identificarsi", cosa che mi risulta del tutto falsa: la divisa non è un'identificazione e tutti i pubblici ufficiali, controllori compresi, sono tenuti ad esibire il loro tesserino se richiesto.


Qui le rettifiche di Trenitalia e testimonianze di altri viaggiatori.

martedì 29 dicembre 2009

Pagare le bollette è difficilissimo: Enel, l'energia che ti ascolta per modo di dire

Ho cambiato banca e devo cambiare l'addebito automatico per Enel Gas ed Enel Energia Elettrica. Considerando che con la Visa e con Tele2 è bastato telefonare per comunicare il nuovo numero IBAN, non dovrebbe essere difficile.

Primo tentativo
Vado nella nuova banca nel dicembre 2008. Mi dicono che, se chiudo l'altro conto possono fare tutto loro. Se tengo ancora aperto l'altro conto (devo tenerlo aperto per qualche tempo per ricevere pagamenti e varie) allora devo andare nella vecchia banca e revocare io gli addebiti automatici. Vabbè.

Secondo tentativo
Revoco tutti gli addebiti automatici. Vado nella nuova banca con tutte le bollette (luce, gas, acqua) e compilo i moduli per riattivare i nuovi RID. Mi dicono che alcune bollette potrebbero non essere pagate nel passaggio fra una banca e l'altra. Vabbè.

Passa qualche mese, arrivano le nuove bollette. Solo quella dell'acqua è andata a buon fine.

Terzo tentativo
Rifaccio la trafila per Enel luce ed Enel gas.

Passa qualche mese e non è andato a buon fine niente. Anzi, una bolletta è anche andata perduta e mi sollecitano il pagamento.

Quarto tentativo.
Vado in un negozio Enel dove penso di poter pagare le bollette e sistemare la faccenda dei pagamenti.
Invece: 1. NON posso pagare le bollette, devo comunque andare in posta; 2. Posso chiedere di pagare con carta di credito, ma, 3. NON posso avviare l'addebito con carta di credito: l'impiegata può richiedere che mi mandino a casa il modulo cartaceo che io potrò rispedire; 4. E comunque, il modulo può farmelo mandare solo per Enel Energia Elettrica ma non per Enel Gas perché si chiamano tutti Enel (come il negozio), ma sono tre parrocchie diverse.

Ovviamente: l'utente che riceve bollette tutte uguali con scritto ENEL e l'aspidistria raggiata deve comunque comprendere ed avere presente che si tratta di una galassia di società diverse che non si parlano fra di loro. È l'utente che è tonto, mica loro che danno lo stesso nome a tutte le aziende e le distinguono con qualche aggettivo e sfumature di grigio.

Quinto tentativo.
Arriva il modulo per l'addebito con carta di credito, lo compilo e lo rispedisco. Dopo qualche mese arriva la prima bolletta di Enel Energia Elettrica pagata. Missione compiuta.

Resta il problema di Enel Gas.

Sesto tentativo.
Telefono. Mi danno uno strano codice che devo dare in banca. Per avere un Piano B chiedo anche come fare per pagare con carta di credito. Mi dicono di rivolgermi in banca. E comunque, mi aggiunge l'operatrice, "se riesco" posso provare a pagare online.

Settimo tentativo: provo anche online
Premetto che sono un pioniere del commercio elettronico. Ho comprato computer, accessori per computer, attrezzature sportive, abbigliamento, libri, dischi, dvd, servizi vari online sin dal 1994, affrontando spesso i bizantinismi e le micidiali combinazioni procedurali di poste e dogane italiane. Sono un cliente Amazon USA, Amazon UK Amazon Francia dal 1996.

Le complessità dell'interfaccia utente dei vari servizi Enel sul Web è tale che è impossibile spiegarla.

Insomma, dopo sette tentativi, non sono ancora riuscito ad attivare un addebito automatico della bolletta del gas di Enel "L'energia che ti ascolta".

E tutto questo non per non pagare, o per farsi rimborsare, o per ottenere indebiti vantaggi, ma semplicemente per pagare le loro bollette.

Ragazzi dell'Enel, date retta a me: non solo non siete l'energia che ascolta, ma non vi parlate nemmeno fra di voi!

E non dite che è colpa delle banche. Se con Visa e Tele2 basta una telefonata per dargli l'iban, e con voi ci vuole tutto questo casino e ancora non ci si riesce, è colpa vostra.

mercoledì 23 dicembre 2009

Customer care all'italiana: informazioni inutili e tiepida propaganda aziendale


Nella home page del sito Trenitalia oggi c'è un utile riquadro: "AVVISO Allerta maltempo - per informazioni".

Visto che nei giorni precedenti ha nevicato in tutto il nord Italia, cliccando sul link uno si immagina di trovare informazioni sulla situazione odierna: qui tutto a posto; qui qualche ritardo; qui un treno soppresso per neve, qui abbastanza a posto.

Invece trova un comunicato stampa con un'intervista tranquillizzante dell'amministratore delegato Mauro Moretti, datata 21 dicembre 2009... (E speriamo che il sito sia fatto come si deve e il link non scompaia nel nulla fra qualche giorno :-)

Insomma, per il principale gestore ferroviario italiano sembra che il sito, oltre che un distributore automatico di biglietti, sia un canale per tranquillizzare la gente con comunicati stampa e pubbliche relazioni che minimizzano eventuali problemi, invece di cercare di informare in modo accessibile e puntuale sulla situazione del giorno.

Ovviamente, trattandosi di Trenitalia, l'erede delle gloriose FFSS, dopo aver letto le parole tranquillizzanti dell'amministratore delegato Mauro Moretti, appena si arriva in stazione si apprende che alcuni treni hanno anche due ore e mezzo di ritardo.

(Aggiornamento: qui un punto di vista diverso da quello ufficiale di Trenitalia, sulla situazione delle ferrovie.)

martedì 22 dicembre 2009

Giro di vite legislativo

Dodici anni di carcere per chi istiga alla violenza su Internet. Sei mesi di sospensione della patente per chi uccide un pedone sulle strisce bianche.

lunedì 21 dicembre 2009

"Facebook è un concorrente della tv, più potente e più divertente..."

L'intervento di Gianluca Dettori a Working Capital. Fra le cose che dice:

"Siamo un museo delle cere. L'Italia è una nazione che investe nel passato."

"Facebook viene usata per cinque ore alla settimana in media. Facebook è un concorrente della TV più potente e più divertente."



Gianluca Dettori è stato il primo presidente di IAB Italia, nel 1999. Dopo essere stato direttore marketing di Italia Online e poi direttore generale di Lycos, ha fondato Vitaminic. Attualmente è fondatore e presidente di Dpixel, società di venture capital nel settore hi-tech. In questo intervento si sfoga e dice alcune cose che, in Italia, molti vorrebbero che non fossero mai dette in televisione in prima serata. E, purtroppo, per ora nessuno le dice a quel 60% di italiani che ancora NON sanno cos'è Internet e vengono disinformati dai vari TG di ogni orientamento.

Il sintomo NON è la malattia. I "fake ads" sono solo un sintomo

Su KTTB si parte una nuova e importante tappa dell'interminabile discussione sulle "Campagne Finte", oggi denominate più esoticamente Fake ads. A mio parere il tema è interessante in quanto rappresenta bene come molte persone nel settore della pubblicità tradizionale tenda a camminare in avanti tenendo la testa ben rivolta indietro.

L'articolo è scritto da Giovanni Pagano, uno dei più grandi art director e creativi italiani, autore di campagne famose sia come direttore creativo sia come freelance. Uno dei più bravi creativi italiani ma, con tutto il rispetto, anche uno dei più tradizionalisti (termine che non comporta un giudizio di valore: anche Umberto Eco, attualmente può essere considerato un grande tradizionalista).

Secondo me alla sua invocazione un direttore marketing serio direbbe:

Quali sono i dati? Quante sono le campagne "finte"? Quante sono le campagne finte che vengono premiate? E' possibile confrontare questi dati fra diversi paesi?

Senza una valutazione anche numerica del fenomeno (che non sia "in moltissimi casi", "tutti sanno che" ecc.), siamo nel confronto ideologico.

Intendendo per ideologico: ognuno resta fermo sulla sua "verità" e non si smuove.

Dal mio punto di vista, la facilità con cui si possono creare campagne finte è solo un sintomo e non il problema.

Sintomo che la soglia d'ingresso della produzione pubblicitaria è così bassa tecnicamente e finanziariamente (basta creare un filmato e pubblicarlo su YouTube) che oggi praticamente chiunque può accedervi.

E infatti uno dei problemi della comunicazione pubblicitaria moderna (per chi resta ancorato ai vecchi schemi) è l'estrema frammentazione dei media, che cambia lo scenario e i rapporti. I media pubblicitari sono aumentati, ed è più facile accedervi. Questo cambia tutto, rispetto alla situazione "Stampa, Tv e Affissioni" vista dal 1950 al 1994, anno dell'ingresso in società di Internet.

Pensare che "il problema" siano le campagne finte è legittimo, ma significa restare ancorati allo scenario degli anni '80 del secolo scorso.

La realtà attuale viene invece ben descritta in questo post di Marco Massarotto.

Continuare ad angustiarsi sulle campagne "finte" (e anche continuare a realizzarle), a mio parere è una perdita di tempo. È come il fenomeno dell'MP3 nell'industria musicale: se un fenomeno è tecnicamente facile, accessibile e possibile, non è con una presunta moralizzazione che si risolve il presunto problema. E' semplicemente il mercato che cambia. Bisogna rispondere con misure multiple, fra cui cambiare o far evolvere il modello di business.

mercoledì 16 dicembre 2009

Pubblicitari e attentati

Qui nel blog di KTTB appare una lettera pubblica del Presidente ADCI, Art Directors Club Italiano, l'Associazione che ogni anno si autoproclama "dei migliori creativi italiani".

A un certo punto dice: "Se a Berlusconi fosse arrivato in testa un cono ADCI invece che un altro oggetto, si parlerebbe di noi!."

Dire che se l'attentatore del Duomo per compiere il suo gesto criminale avesse usato un cono ADCI (il cono di pietra e ottone che viene dato a chi vince i premi dell'Associazione) adesso "si parlerebbe di noi" può essere una battuta fra amici, ma riportarla in una lettera pubblica come "spunto" dimostra una mancanza sia di tatto e opportunità sia di visione strategica che fa il paio con quel direttore creativo italiano che l'anno scorso al Blogfest disse che l'attentato delle due torri fu "un'idea della madonna".

Con queste pillole di saggezza snocciolate così da importanti direttori creativi, sembra che uno degli obiettivi più auspicabili della comunicazione pubblicitaria possa essere semplicemente "fare clamore".

Come dire: ragazzi, facciamo un po' di casino, mettiamoci il nostro marchio, qualcosa succederà. :-)

E poi, nel mondo della pubblicità italiana, c'è chi critica col sopracciglio alzato i metodi pubblicitari di Oliviero Toscani perché fermi agli anni settanta. Be', rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi creativi, almeno Oliviero Toscani è uno che "a fare casino" ci riesce, e in più è anche rispettato dai suoi clienti.

lunedì 14 dicembre 2009

Lezioni di giornalismo (8) - Emozioni all'italiana

Le analisi di molti opinionisti e uomini politici italiani più o meno interessati sul caso dell'attentato a Berlusconi sono irrazionali e puramente emotive. Bisognerebbe partire invece da un minimo di analisi tecnica, alla portata di chiunque abbia almeno una preparazione teorica di sicurezza e prevenzione degli attentati.

Si tratta di un banale incidente dovuto principalmente a buchi nel servizio di sicurezza uniti alla naturale indisciplina e insofferenza alle regole del capo del governo.

BUCHI del servizio di sicurezza, perché una persona che si avvicina a una personalità pubblica con un oggetto in mano deve essere individuata e seguita a vista dalle guardie del corpo molti metri prima che sia a portata. Chiunque abbia un ombrello, una borsa, un oggetto qualsiasi in mano è un potenziale pericolo da tenere d'occhio. Particolarmente in una situazione in cui sono presenti contestatori. Non è facile, ma è questo il motivo per cui alcune personalità hanno decine di guardie del corpo.

Inoltre, quando chiunque fa un gesto qualsiasi che "potrebbe" essere il lancio di una bomba o prendere la mira con una pistola, una o due guardie del corpo devono pararsi avanti per proteggere la persona con il loro corpo. Cosa che, dal filmato, non appare.

Errore o tragica fatalità, c'è una responsabilità diretta del servizio di sicurezza.

INDISCIPLINA e insofferenza alle regole, perché la personalità pubblica vittima dell'attentato, qualunque sia il suo stato, deve essere portata via immediatamente, mentre in questo caso sicuramente è stato Berlusconi in persona (con notevole e anche ammirevole presenza di spirito personale, ma con la solita indisciplina pratica) che ha deciso di restare qualche minuto e di uscire dalla macchina con la faccia insanguinata per "rassicurare" i suoi (e farsi riprendere).

In questa seconda parte dell'attentato c'è una responsabilità di gestione di Silvio Berlusconi, insieme a una responsabilità del capo del suo servizio di sicurezza che non ha saputo o non ha voluto farsi valere. Nei minuti immediatamente seguenti una situazione di pericolo il comando e ogni decisione spetta al capo del servizio di sicurezza, fino al momento in cui la personalità pubblica non è al sicuro e la sua situazione fisica non è stata accertata. Con ogni evidenza Berlusconi ha scavalcato il suo capo del servizio di sicurezza (come è sua frequente abitudine con i suoi collaboratori), oppure, durante la breve pausa in macchina, ha concordato con lui che la situazione era meno pericolosa di come sembrava.

Infine: perché banale incidente?

Perché essere importunati da pazzoidi o maniaci fa parte della job description di tutte le persone pubbliche.

Infatti, se questo pseudoattentato è frutto del "clima d'odio", dov'era il clima d'odio nei confronti di John Lennon?

Per vedere il filmato e leggere una ricostruzione dei fatti meno emotiva di quelle che appaiono sui giornali italiani, basta puntare qui.

Per quel che riguarda i buchi del servizio di sicurezza, mi segnalano questo articolo del Corriere della Sera.

sabato 12 dicembre 2009

L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità via Internet

Anni fa ci fu una discussione epica, nell'ambito dell'Art Directors Club Italiano, su originalità e plagio. Tale discussione non fu mai chiusa e probabilmente non si chiuderà mai. Le mie tesi erano un po' eretiche, e si articolavano su due punti:

  1. Copiare è lecito. Anzi, è una precisa tecnica creativa molto usata anche dai grandi (William Shakespeare è il primo esempio che salta alla mente di chi conosce la storia della letteratura). Basta non farsi scoprire, ovvero copiare con intelligenza. Oppure aggiungere tanto di quel valore che la copia diventa talmente più grande dell'originale che l'autore di quest'ultimo può essere solo lusingato (è il caso appunto di Shakespeare, ).
  2. Copiare, stringi stringi, in molti casi è solo una questione di "pagare i diritti", in senso metaforico oppure in senso proprio. Ad esempio, se vedi una fiction sulla tv spagnola intitolata, poniamo "Los Cerrano" e la imiti spudoratamente in qualche maniera in Italia, stai copiando. Se compri il format, stai facendo "I Cesaroni" e nessuno ti dice niente.

La tesi dominante, invece, era basata sull'assunto neo-romantico "la creatività deve essere originale, l'originalità deve essere assoluta", assunto praticamente impossibile da applicare nella realtà perché, soprattutto oggi, è difficilissimo produrre un'immagine o un titolo senza che, da qualche parte nel mondo, non ci sia qualcuno che, del tutto casualmente, abbia prodotto qualcosa di analogo.

Il problema è che una volta, copiare senza farsi accorgere era relativamente facile. Bastava abbonarsi a una rivista straniera, oppure comprare qualche libro esotico e ispirarsi da lì. Le probabilità che qualcuno se ne accorgesse erano basse, e nel caso, al massimo poteva spettegolare con il collega di stanza o con un paio di amici a pranzo.

Con Internet le cose sono diventate più difficili. Se si copia un po' troppo disinvoltamente è facile essere scoperti, ed è facile che qualcuno divulghi la cosa. Infatti esiste un sito di culto, chiamato Joe la Pompe, che si occupa solo di questo.

Ecco un esempio mi mette personalmente in difficoltà, perché non so bene come applicare le mie tesi. Un famoso fotografo americano, Philip Toledano, realizza la foto di una ragazza il cui vestito è costituito di mani, presumibilmente maschili. La foto può avere innumerevoli significati, sia lieti, sia inquientanti. Non a caso la foto fa parte di una serie chiamata "Hope & Fear".


Qualcuno vede l'immagine e ne trae un'ispirazione.

Potrebbe essere l'immagine ideale per rappresentare i pericoli che corrono i bambini in un mondo di adulti pericolosi. E nasce la campagna "Togliamole le mani di dosso". È copiata? Non è copiata?



Le mie considerazioni, del tutto provvisorie: in base alla mia tesi n. 2, non ci sarebbe nulla da eccepire se la foto fosse stata fatta, in entrambi i casi, da Philip Toledano, cosa che non risulta esaminando la pagina, oppure se ci fosse stata la scrittina, da qualche parte, "omaggio a Philip Toledano" oppure "ringraziamo Philip Toledano per averci autorizzato ecc ecc".
In base alla mia tesi n. 1, invece, hanno copiato ma si sono fatti scoprire.

martedì 8 dicembre 2009

Alcune utili riflessioni sulla pubblicità

Le svolge qui KTTB, direttore creativo di una piccola agenzia che, a differenza di alcune grandi agenzie italiane, non partecipa a gare non retribuite e non svende il suo lavoro.

venerdì 4 dicembre 2009

Business as usual sotto il tetto che brucia

KTTB dice: "La logica del breve termine in tempi di crisi porta a un grande paradosso: per sopravvivere al lungo inverno bruciano il tetto. "

Infatti. Da anni i dirigenti di molte grandi agenzie pubblicitaria italiane (ma in realtà semplici sedi secondarie di multinazionali) scavano la fossa alla pubblicità italiana.

sabato 14 novembre 2009

Torna il Re Panettone, il dolce della tradizione milanese e del boom economico

Torna Re Panettone, la festa del panettone organizzata da Stanislao Porzio, amico e collega scrittore, che si sta sempre più specializzando in cibo e gastronomia. Quest'anno è la seconda edizione, in una sede più ampia e con più espositori.

Il 28 e 29 novembre 2009 a Milano sarà quindi possibile assaggiare gratis innumerevoli versioni di panettone artigianale, prodotte da trenta pasticcerie fra milanesi, lombarde e di tutta Italia.

Il panettone è un dolce che mi è particolarmente caro (non riuscirò mai a capire le diffidenze di alcuni verso i canditi) e, oltre ad essere il dolce natalizio della tradizione milanese, è per me anche uno dei simboli del boom economico, con gli antichi marchi Motta e Alemagna che purtroppo ebbero così cattiva fortuna nelle Partecipazioni Statali...

In tutti i casi, qui si assaggiano panettoni artigianali di primissima qualità. Tutte le informazioni qui.

Postulato delle riunioni utili

Con rare eccezioni, tutte le riunioni che durano più di 45 minuti sono perdite di tempo, mal gestite e male organizzate.

Questo dovrebbe essere stampato in tutte le sale riunioni di tutte le aziende italiane.

venerdì 13 novembre 2009

Fratelli contro Sorelle

La difesa delle istituzioni in Italia è particolarmente efficace sulla pubblicità. Il Giurì dell'autodisciplina pubblicitaria ha condannato il film "Sorelle d'Italia", spot tv per la marca Calzedonia. Mah.

lunedì 9 novembre 2009

800 milioni per la banda larga, senza perdere altro tempo

La lettera aperta delle maggiori associazioni della Comunicazione per chiedere lo stanziamento di risorse per la banda larga in Italia, al fine di consentire un migliore accesso a internet a una maggiore percentuale della popolazione italiana.

L'Italia è fra gli ultimi paesi europei in fatto di penetrazione dell'uso di Internet, ponendola di fatto in ritardo nell'economia, nell'informazione e nel lavoro, questo a causa di arretratezza culturale, ostacoli burocratici (ad esempio è l'unico paese europeo a richiedere l'identificazione di tutti gli utilizzatori di reti aperte nei locali pubblici, penalizzando la diffusione degli hot spot, i luogi ad accesso libero della rete) e maggiori costi.

sabato 7 novembre 2009

Lezioni di giornalismo televisivo

Mentre Massimo Melica, intervistato da Claudio Brachino, dice che Internet è uno strumento e quindi NON più pericoloso di altre cose, la regia manda in onda l'immagine dell'articolo "RICOVERATO TRA I MALATI DI WEB". (dal minuto 5:40 in poi) DOMANDA: dal punto di vista televisivo qual è il messaggio che passa? L'immagine ansiogena o le parole rassicuranti? :-)




Altre due cose da notare: Claudio Brachino, a termine intervista presenta un filmato relativo a cose "divertenti" che si trovano su Internet. Tutte le immagini che si vedono rappresentano incidenti, rapine, scampati incidenti. Sono immagini con risvolti variamente divertenti ma sempre ansiogene.

Inoltre un dettaglio non particolarmente significativo ma interessante dal punto di vista della gestualità: quando Brachino dice "ma internet non è solo angoscia, incidenti, c'è anche un risvolto ludico ecc ecc ecc" tende sempre a coprirsi la bocca con le dita.

Suggerirei di provare a guardare intervista e filmato senza audio (che è più o meno come viene visto dai telespettatori distratti, quelli che tengono la tv accesa per compagnia). Emerge un'immagine di Internet rassicurante?

lunedì 2 novembre 2009

Prezzemolini delle giurie

KTTB, ho visto che su Facebook hai stimolato a trovare la definizione di "prezzemolini delle giurie", neologismo da te coniato qui. Siccome, un po' vanitosamente, vorrei che le mie definizioni restassero negli annali della storia di Internet, le scrivo qui.

Secondo me i prezzemolini delle giurie nel mondo dell'advertising italiano sono di due tipi:

1. I presenzialisti delle giurie che lottano a coltello per essere presenti nelle giurie dove pensano di poter influenzare i risultati a loro favore o a favore dell'agenzia di cui dirigono il reparto creativo.

2. Quelli che lottano a coltello per essere presenti nelle giurie dove pensano che altri vogliano influenzare i risultati, e quindi desiderano impedirlo.

domenica 25 ottobre 2009

Marrazzo: 5 in marketing politico e comunicazione

Piero Marrazzo è stato giornalista e si è occupato per anni di "Mi manda Raitre", la dedicata alla difesa dei consumatori. Considerando che per anni si è occupato di tutela del consumatore osservando da vicino i comportamenti migliori e quelli peggiori delle aziende in situazioni difficili, avrebbe dovuto essere un esperto di "crisis management".

Avrebbe dovuto averlo imparato da tempo che, in caso di scandalo, i soliti riflessi condizionati della politica italiana (negare, minimizzare, tergiversare) sono controproducenti nei confronti dell'opinione pubblica. Invece ha negato e minimizzato per un giorno intero, poi si è "autosospeso". Oltretutto, siccome il ricatto andava avanti da tempo, avrebbe dovuto avere pronto da tempo un piano di gestione del problema.

Insomma, come al solito, 5 in marketing politico e comunicazione.

Qui, dall'Antefatto, il parere di Luca Telese.

venerdì 16 ottobre 2009

Lezioni di giornalismo (7): lo scoop dei calzini



MattinoCinque scopre stravaganti calzini a carico del Giudice Mesiano. Non solo, il giudice ha anche avuto problemi condominiali.

Sono gli scoop dei giornalisti della televisione generalista.

mercoledì 14 ottobre 2009

Lezioni di giornalismo (6): scopri se è malafede o incompetenza...

Emilio Fede nel suo TG4 parla di Facebook e conclude con la presentazione dei dati di uno pseudo sondaggio secondo cui molti ne auspicano la chiusura. Si tratta di incompentenza o di vera e propria malafede?

Qui il link.

giovedì 8 ottobre 2009

360 gradi

Quando qualcuno usa la metafora del 360 gradi, bisognerebbe ricordargli due cose:

1. L'unica cosa che ha 360 gradi è il goniometro, non proprio il più suggestivo degli oggetti.

2. Se fai un giro a 360 gradi, ti trovi sempre al punto di partenza.

sabato 3 ottobre 2009

Partner...

Sul lavoro, ogni volta che qualcuno usa la parola "partner" sta arrivando una fregatura.

domenica 27 settembre 2009

SMS, e-mail eTwitter stanno cambiando il modo di scrivere?

Le caratteristiche e i limiti tecnici degli strumenti digitali di comunicazione stanno cambiando il modo di scrivere? Quante delle abbreviazioni da sms, e-mail e Twitter entreranno nel linguaggio comune?

Nel frattempo, possiamo sorridere leggendo la Creazione del Mondo raccontata via Twitter sull'Huffington Post...

lunedì 21 settembre 2009

La ricerca dell'eccellenza

"Sceglieremo sempre un video a bassa qualità su qualcosa che ci preme davvero, invece di un video ad alta qualità su qualcosa che non ci interessa."

Chris Anderson su Wired Ottobre 2009

sabato 19 settembre 2009

The Beatles Stereo Box... sorprese dello shopping online

Se si cerca online il cofanetto con tutti i pezzi dei Beatles rimasterizzati, si fanno scoperte interessanti:

Costa 199 dollari negli Usa, pari a 135 euro

169 sterline in Gran Bretagna, pari a 188 euro

179 euro in Germania

213 euro in Francia

239 euro in Italia

(prezzi trovati online su Amazon Usa, UK, D, F, e su IBS in Italia il 19 settembre 2009. Usa, UK, e F indicano che il set contiene 13 dischi, mentre D e IBS indicano che il set ne contiene 17, ma apparentemente si tratta sempre dello stesso set)

In Italia il set costa circa 100 euro di più che negli Usa. Domanda: non è che in Europa troppa gente (discografici, distributori, intermediari) aggiunge troppi costi sui dischi? (Nel caso italiano, a cominciare dallo Stato, con l'iva al 20%, e la Siae con il suo bollino unico al mondo che deturpa le copertine e aggiunge costi)

sabato 5 settembre 2009

Qual è la velocità del pensiero?

Qual è a velocità del pensiero? Se possiamo immaginare di essere qui e un istante dopo possiamo immaginare di essere dall'altra parte del globo o persino dall'altra parte dell'universo, il pensiero è certamente molto veloce. Sappiamo che nel mondo fisico nulla può superare la velocità della luce. Quindi il pensiero o è veloce come la luce, oppure è anche più veloce della luce.

venerdì 4 settembre 2009

M.A.S.H.


M.A.S.H., il film nei confronti del quale anche "E.R.", "Grey's Anatomy" e il "Doctor House" hanno qualche debito.

giovedì 30 luglio 2009

Mentre il 60% degli italiani dorme...

Mentre circa il 60% degli italiani dorme o sonnecchia guardando la tv -- ovvero il suo unico mezzo di informazione perché questo 60% di italiani NON legge giornali e NON accede a Internet -- in Italia sta lentamente succedendo quello che viene descritto qui. Rai e Mediaset integrano clandestinamente le strategie editoriali e pubblicitarie, con lo scopo di consolidare lo status quo televisivo e con la ricaduta di mantenere arretrato il paese.

In Italia da anni l'utilizzo della televisione, sia come mezzo di informazione sia come principale mezzo pubblicitario, è sproporzionato rispetto al resto d'Europa, con il risultato di penalizzare le piccole e medie imprese che, fino a qualche tempo fa, avevano come unico canale pubblicitario facilmente accessibile le Pagine Gialle e solo da poco tempo, timidamente, si stanno affacciando a Internet. Il cui sviluppo viene attivamente frenato dalle politiche governative tanto di destra quanto di sinistra, per ignoranza in alcuni casi, per mala fede e strategia politica in altri.

La difesa dello status quo televisivo continuerà ancora per diversi anni a causa di un duplice conflitto di interessi: quello evidentissimo di Silvio Berlusconi, e quello meno evidente di sindacati e forze politiche minori (Lega, ex Alleanza Nazionale in PDL, PD, piccole formazioni di sinistra variamente radicale) che vogliono mantenere il loro controllo sulla loro fetta o fettina di Rai, tuttora lottizzata.

venerdì 24 luglio 2009

Il gioco del calcio: poker in 22.

KTTB cita Mourinho: "il gioco del calcio può essere visto come un sistema caotico a organizzazione frattale".

Traduzione: "Il gioco del calcio è un gioco d'azzardo in cui il risultato può essere talvolta influenzato dall'abilità dei giocatori".

martedì 21 luglio 2009

Content is King, il contenuto è tutto

Nel mondo del web marketing si sta scoprendo che per un sito web il contenuto è tutto: per attirare visitatori, per essere ben posizionati sui motori di ricerca, i contenuti di un sito sono il fattore chiave. Cosa sono i contenuti? Filmati, foto, musica e, soprattutto, testi. Testi che devono essere scritti da scrittori professionisti.

Testi che spesso, nei siti delle aziende italiane, sono un'aggiunta inserita all'ultimo momento, scritta dall'ultima ruota del carro dopo mesi di rinvii e meline, perché scrivere "lo sanno fare tutti" ma è così noioso... In realtà scrivere è un'arte che necessita di talento e si apprende solo con molto esercizio. Può dire di saper scrivere solo chi ha scritto migliaia di pagine.

I cittadini e la legge

I cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge. È la legge che cambia di fronte ai cittadini.

sabato 18 luglio 2009

Calamari sottacqua, tonti online

I principali quotidiani cartacei mondiali nella loro edizione online non pubblicano link. Perché? Perché sono gestiti da tonti che non hanno capito che il valore di Internet è proprio nella possibilità di linkare informazioni rilevanti. Per esempio, il Corriere della Sera online riporta la notizia di calamari giganti che infestano le acque della California. All'interno dell'articolo fornisce l'informazione che un fotografo subacqueo ha caricato su YouTube un film che avrebbe potuto non essere mai visto da nessuno, visto che il calamaro ha tentato due volte di afferrare la videocamera. Ma non pubblica il link! Qual è il vantaggio nel non pubblicare il link al filmato? Che il lettore resta più a lungo a leggere l'articolo? E se non pubblichi il link al filmato, che valore ha l'informazione che un fotografo ha caricato un video di tre minuti su YouTube?



Del tema "Perché i quotidiani non pubblicano i link?" ha parlato recentemente anche TechDirt.

mercoledì 8 luglio 2009

Un segreto del successo

"If you want to succeed, double your failure rate."

Thomas Watson, fondatore di IBM

"Se vuoi avere successo, raddoppia la tua percentuale di errori."

La paura di sbagliare è uno dei fattori che normalmente paralizzano le iniziative in Italia. Nel nostro paese, per cultura, tradizione e forma mentis, prima di tutto, l'importante è non sbagliare. Se si sbaglia, negare l'errore, minimizzarlo, nasconderlo. Trascurando il fatto che, per imparare, per fare cose nuove, sbagliare e imparare dagli errori fa parte del percorso di sviluppo e di apprendimento. Solo i cretini non fanno mai errori.

domenica 28 giugno 2009

Erezioni indesiderate? Fumati una sigaretta

Efficace campagna antifumo. L'effetto vasocostrittore della nicotina è micidiale.

Lezioni di giornalismo (5) - Siamo in una fase di transizione, come sempre


Luca Liguori, giornalista televisivo e direttore di giornale della vecchissima generazione (ha fatto il '68, ovvero era giovane 40 anni fa) qui dimostra di avere idee molto vaghe sulle nuove tecnologie. Se la cava parlando di "punto di svolta" e "fase di transizione" (tutta la storia è fatta di fasi di transizione), di "nuove regole", di "stabilire il valore dei contenuti" prima che questi vengano pubblicati (bell'idea. Ma come?). Il problema di stabilire il valore delle cose si pone per le materie prime, figuriamoci per i "contenuti", nuovo modo per definire parole, suoni e immagini.

Luca De Biase, che si occupa di Internet da più di dieci anni, in meno di metà tempo dice molto di più.

(filmati segnalati da Michele Ficara Manganelli sul suo blog e su Facebook).

venerdì 26 giugno 2009

Futuro radioso

Il futuro è sempre radioso. È col presente che la maggior parte delle persone ha problemi.

Lezioni di giornalismo, 4

Qui il filmato con cui Augusto Minzolini ha difeso la sua linea editoriale e la scelta di NON parlare dell'inchiesta di Bari relativa a chi viene invitato e come alle feste private dell'attuale Presidente del Consiglio Italiano.

Da notare la Treccani alle spalle e l'insinuante "questo è quello che vi avevo promesso, cari telespettatori", con un tono confidenziale da TV di stato anni '50.
Augusto Minzolini è un giornalista normalmente molto aggressivo nell'inseguire le notizie ed è stato un vero enfant prodige della cronaca parlamentare venti anni fa. È anche relativamente giovane (per gli standard italiani). Perché ricorre a questi schemi? L'Enciclopedia Treccani, che tradizionalmente è anche nell'ufficio del direttore del Corriere della Sera, è uno status symbol culturale solo per chi è nato prima del 1960. Oggi, come tutte le enciclopedie, è superato e reso obsoleto da Internet: l'enciclopedia universale cartacea è un relitto del passato.
La mia lettura è che Minzolini si rivolga particolarmente e specificamente ai telespettatori ultracinquantenni, che non leggono quotidiani, non hanno accesso a Internet e si informano prevalentemente attraverso la tv e con il passaparola quotidiano. Cioè lo zoccolo duro dell'elettorato del Popolo della Libertà, il partito di Berlusconi.

giovedì 25 giugno 2009

mercoledì 24 giugno 2009

Oro ad Armando Testa

Armando Testa, la più grande agenzia pubblicitaria a capitale interamente italiano, vince un oro a al Festival della Pubblicità di Cannes.



I soliti anonimi fanno commenti acidi qui.

Johnnie B. Goode

Non c'entra niente né con il lavoro di scrittore né con il fatto di fare il freelance, ma Johnnie B. Goode è Johnnie B. Goode.

martedì 23 giugno 2009

Lezioni di giornalismo, 3

Come cambia un giornalista fa carriera. Qui le opinioni di Augusto Minzolini quando faceva il cronista parlamentare nel 1994. Nel 1994 un uomo politico non aveva diritto a una vita privata. Nel 2009 sì.

lunedì 22 giugno 2009

La rivoluzione non si fa in televisione

La rivoluzione non si fa in televisione ma con Twitter. Breve analisi di Antonio Sofi degli avvenimenti in Iran dal punto di vista della comunicazione.

Nota bibliografica: come giustamente osserva Cucciolo nel secondo commento, "The revolution will not be televised" è il titolo di una canzone di Gil Scott-Heron, risalente agli anni settanta. L'intuizione artistica spesso anticipa l'analisi razionale.

sabato 20 giugno 2009

Digitale terrestre, bella patacca

Se i diversi governi italiani avessero fatto per la banda larga e la diffusione di adsl nelle case almeno la metà di quello che hanno fatto per il digitale terrestre, l'Italia sarebbe un paese molto più avanzato.

Da qualche mese dispongo di un televisore con decoder per ricevere le trasmissioni tv nella modalità "digitale terrestre". Non sono un tecnico elettronico ma uso il computer da trent'anni, i servizi online e poi Internet dai primi anni novanta. Penso di poter dare un giudizio da utente qualificato.

Dall'età della pietra all'età del bronzo.
Il digitale terrestre comporta un progresso enorme rispetto alla trasmissione televisiva analogica: più qualità e alcune informazioni utili.

Però interfaccia e qualità delle informazioni sono talmente rudimentali che un servizio Internet analogo sarebbe stato considerato primitivo e insoddisfacente nel 1994. Insomma: la tv, in termini di interattività e integrazione multimediale delle informazioni, sta passando dall'età della pietra all'età del bronzo. E' il progresso tecnologico che ci dà chi ci governa.

Non so quanto alcune cose dipendano dal sistema o dall'applicazione sul mio particolare modello di televisore, per cui chiedo scusa in anticipo per eventuali confusioni fra le due problematiche.

"E ora va in onda..."
Un vantaggio del digitale terrestre è che si possono avere sul video le informazioni sul programma in corso e di tutti gli altri canali. Oddio, tutti. Diciamo molti.

Le informazioni sulla trasmissione sono però parallele e scollegate dalla trasmissione stessa: se su Raiuno secondo le info alle 20.00 c'è l'educativo quiz dei pacchi, nel riquadro in cui si vede il canale potrebbe esserci indifferentemente la coda della trasmissione precedente, la pubblicità, o anche un'altra trasmissione.

Inoltre le informazioni sulle trasmissioni vengono diffuse, per qualche motivo tecnico, "per famiglie di canali": se uno accende su Raiuno e visualizza la guida, può vedere le info su Raiuno, Raidue, Raitre ecc, ma non quelle di Rete4, Canale 5, Music TV ecc. Per vederle, occorre sintonizzarsi almeno per qualche secondo su uno dei canali "della famiglia", e allora appaiono. Probabilmente significa che le info vengono trasmesse insieme al video e poi aggiornate periodicamente quando si passa per un canale del gruppo, però significa anche che non c'è integrazione nel servizio. La guida dei programmi è utile per decidere cosa guardare fra quello che offrono i diversi canali, ma se per avere i programmi è necessario sintonizzarsi su alcuni canali in successione, l'utilità viene in parte vanificata, almeno nei primi cinque minuti di accensione dell'apparecchio. Un difetto di progettazione che su Internet non passerebbe inosservato. Inoltre, apparentemente, nessuno studio è stato fatto sulla fruibilità e usabilità dell'interfaccia.

Problemi a gestire pochi K di testo al giorno.
C'è poi il tema dell'aggiornamento e della rilevanza delle informazioni. Con le migliaia di dipendenti di Rai, Mediaset e tutto il comparto radiotelevisivo, con i miliardi di euro che costa tenere in piedi un canale televisivo, sembra che non abbiano ancora risolto il problema di fornire in modo tempestivo, esauriente e senza errori di ortografia, informazioni attendibili sulle trasmissioni in corso e delle ore seguenti. L'equivalente di pochi K di testo al giorno.

Particolarmente nel caso di Mediaset, ma anche nel caso della Rai, spesso c'è il titolo della trasmissione in corso e poi "nessuna informazione". Inoltre, almeno per ora, non c'è alcuna attenzione redazionale alla fornitura di informazioni utili per godere della trasmissione. Nel caso del talkshow, raramente viene indicato il tema della serata, ancora più raramente i nomi degli ospiti, mai qualche indicazione sulla scaletta. Nel caso del varietà, le indicazioni sono ancora meno. Lo spontaneismo di Twitter è anni luce avanti, in fatto di informazioni in tempo reale.

Nel caso dei film, non viene mai indicato l'anno di produzione dello stesso, e quando viene data qualche indicazione sulla trama, sono due righe chiuse dai puntini di sospensione.

Il nodo al fazzoletto 2.0
La perla del sistema è la possibilità di programmare la visione delle trasmissioni.

Se stai guardando il telegiornale sul primo e non vuoi perderti l'inizio del film sul secondo, puoi programmarlo: all'ora convenuta il sistema ti avvisa e, se non fai nulla, cambia automaticamente canale. Ma la "programmazione" è una semplice sveglia: non essendoci integrazione fra trasmissione video e informazioni digitali, se il film è previsto alle 20.45, a quell'ora il sistema ti avvisa, ti chiede cosa vuoi fare e, se non fai niente, dopo qualche secondo cambia canale. Dove trovi la coda della trasmissione precedente perché le trasmissioni iniziano sempre regolarmente in ritardo. Inoltre il sistema si basa sull'ora dell'orologio interno che tu hai impostato, quindi se l'hai impostato sbagliato, sbaglia orario. Considerando che le svegliette radiocontrollate esistono da decenni, complessivamente il digitale terrestre è veramente una patacca primordiale. E il bello è che comunque è un po' meglio della tv analogica.

D'altra parte chi elegge primi ministri settantenni magari riceve in cambio tutti i frutti della saggezza dovuta all'età, però anche questo genere di innovazione tecnologica. Chi va per questi mari, questi pesci piglia.

venerdì 19 giugno 2009

Parola d'onore

Questa sentenza conferma che le parole e gli impegni solenni del nostro primo ministro non valgono nulla. Non hanno alcun valore contrattuale. Non impegnano nessuno.

Purtroppo conferma anche che in Italia, in genere, si può prendere qualsiasi impegno verbale, anche pubblicamente, e non risponderne in alcun modo. Perché questa è la nostra cultura.

giovedì 18 giugno 2009

Il ritorno del centone

Nell'avanspettacolo si chiamava centone il collage parodistico di canzoni varie, talvolta unite per raccontare una storia. Ecco un divertentissimo centone con "I promessi sposi in 10 minuti".

mercoledì 17 giugno 2009

martedì 16 giugno 2009

Keyword caldissime

Guardando le statistiche, le tre keyword più utilizzate per arrivare a questo blog, in questo scorcio di calda primavera, sono "I valori della famiglia", "Casalinghe calde" e "Casalinghe caldissime".

Che legame ci sarà fra i valori della famiglia e la temperatura delle casalinghe? Qualche affinità, evidentemente ci deve essere. Negli Usa la vendita di materiale pornografico è maggiore dove è maggiore la religiosità della popolazione, come nella cosiddetta Bible Belt. Lo stesso in Cina, almeno secondo questo articolo dell'Economist, dove il conservatorismo ufficiale in materia di sesso rende più appetibile il commercio di prodotti correlati.

In ogni caso, i visitatori che cercano queste tre tematiche, continuano ad essere delusi dai contenuti del blog, e rimbalzano al 90%. Se continua così, sarò presto costretto a cercare ogni riferimento a famiglia e casalinghe, e cancellarli (compreso questo post) per non confondere ulteriormente le idee a Google.

domenica 14 giugno 2009

Ancora lezioni di giornalismo (2)

La genesi di un piccolo errore in diretta: Berlusconi "assolto" invece che "condannato". Ma in fondo che differenza fa? :-)

(Il filmato fuori onda proviene dal blog: http://andreaatzori.blogspot.com/ )

mercoledì 10 giugno 2009

Ghost writer e politica

Qui interessanti retroscena sulle antiche strategie politiche di Massimo D'Alema, a cura dei suoi consiglieri e speech writer. Non condivido per intero il giudizio forse un po' troppo spietato di Gianni Barbacetto, però è evidente che la strategia non ha funzionato. Troppo cinismo fa male.

Scopri la differenza

Stefano Quintarelli si domanda perché in Svezia un Partito Pirata può avere il 7,1% dei voti mentre in Italia no. Qui la sua risposta sulla differenza fra Italia e Svezia.

martedì 9 giugno 2009

Bambini terribili dicono cose tremende

Un'interessante sintesi dei problemi del Piccolo Mondo Antico della Pubblicità Italiana qui in Mizioblog (Enfants Terribles).

Ancora a proposito di Alitalia

Parodia dello spot Alitalia. Alisilvio spoof.

I sogni son desideri.

Ecco per quale motivo una campagnetta estemporanea con tanti bei ricordi degli anni d'oro non cambia la realtà e la percezione di Alitalia.

Ogni due o tre anni in Italia bisogna sorbirsi delle campagne piene di buoni sentimenti che ci dicono quanto sono brave l'Alitalia, la Telecom, le Poste, le Ferrovie a fare il loro lavoro nel mondo dei sogni. In realtà sono campagne pubblicitarie che, invece di comunicare qualcosa di utile o rilevante ai consumatori, servono solamente per spartire un po' di soldi fra agenzie, testate, concessionarie e altri protagonisti del marketing e della politica all'italiana.

Il ritorno di Gringo, con altro nome

Parodia del famoso Carosello degli anni settanta per la carne Montana, Gringo.

lunedì 8 giugno 2009

Lezioni di giornalismo (1)

"Solo una curiosità, mica lo dico in onda..."
(dal blog di Andrea Atzori, giornalista televisivo)

"Tyrannosaurus Ex"

Segnalo questo divertentissimo post dal blog "Me parlare donna un giorno", dedicato al dialogo fra uomini e donne.

Ride bene chi ride ultimo. Il problema è che nessuno ride mai veramente per ultimo...

Le analisi elettorali prima che siano arrivati i risultati definitivi secondo me sono una colossale perdita di tempo nazionale (internazionale nel caso delle elezioni europee). Ad esempio, penso che i quotidiani catacei, invece di uscire sei otto ore dopo la chiusura del voto con analisi superate, farebbero bene a prendersi un giorno di vacanza e uscire con i commenti elettorali il martedì o il mercoledì.
Le superdirette televisive si fanno per due motivi: perché giornalismo e politica sono strettamente intrecciati; e perché ai giornalisti, ogni tanto, piace avere la sensazione di stare in prima linea.

domenica 7 giugno 2009

Perché siamo indietro con l'e-commerce

Vittorio Zambardino, su Repubblica, spiega perché in Italia siamo indietro con il commercio elettronico. L'annoso motivo, ben noto a gran parte degli addetti ai lavori, è costituito dalle Poste che funzionano male, aggravato, nel caso dei pacchi provenienti dall'estero, dall'imprevedibile comportamento delle dogane. Questo aggiunge costi per gli operatori e genera sfiducia in clienti e operatori.

Il problema di poste e dogane è anche il motivo per cui Amazon in passato non ha mai aperto un sito italiano: come spiegato anni fa da Diego Piacentini (italiano, ex amministratore delegato di Apple Italia e general manager di Apple Europe, da qualche anno vicepresidente di Amazon) in un'intervista che purtroppo in questo momento non riesco a ritrovare, la percentuale di problemi di consegna (errori, ritardi, furti, danni e smarrimenti) in Italia è molto più elevata che nel resto d'Europa. Talmente elevata da rendere spesso anti-economici sia il commercio elettronico sia la vendita a distanza.

sabato 6 giugno 2009

Casalinghe caldissime

Ieri il blog ha ricevuto una visita con la ricerca "casalinghe caldissime". Il visitatore però se n'è andato subito, comprensibilmente deluso.

venerdì 5 giugno 2009

Nasce il panettone

Nasce "Il panettone", blog dedicato all'omonimo dolce milanese, a cura di Stanislao Porzio, collega scrittore e autore di numerosi libri su diversi aspetti della gastronomia italiana. Nasce con una notizia calda: Bauli sta trattando con Nestlé per comprare i marchi Motta e Alemagna.

giovedì 4 giugno 2009

Il copywriter di Anton Cechov

"Finita la lettura e fatte alcune correzioni, Gheinim rapidamente ricopiò il comunicato in pulito e lo consegnò a Jersciakòv. Dopo di ciò seguì un silenzio... Entrambi si sentirono a disagio, come se avessero compiuto qualche brutta azione.

- I soldi per il lavoro volete che li riscuota subito o più in là? - domandò Gheinim, irresoluto.

- Quando volete, anche subito... - rispose con noncuranza Jersciakòv. - Va' in magazzino e prendi quello che vuoi per cinque rubli e mezzo.

- Io vorrei del denaro, Zachàr Semionic'.

- Da me non c'è la moda di pagare in denaro. A tutti pago con tè e zucchero: a voi e ai cantori, e ai portieri. Si ha meno ubriachezza.

- Forse, Zachàr Semionic', il mio lavoro lo si può paragonare a quello dei portieri e dei cantori? La mia è una fatica intellettuale.

- Che fatica! Ti sei messo a sedere, hai scritto, ed ecco tutto. Lo scritto non si mangia, non si beve... roba da nulla! Anche un rublo non lo vale.

- Uhm... come ragionate riguardo allo scrivere!... - s'offese Gheinim. - Non si mangia, non si beve. Non capite che io forse, quando componevo questa pubblicità, soffrivo nell'anima? Scrivi e senti che stai traendo in inganno tutta la Russia. Datemi del contante, Zachàr Semionic'!"

Dal racconto "Lo scrittore", di Antòn Cechov (1860 - 1904)
(Tutte le novelle, raccolta 442-444 "Uno scherzetto", ed BUR, 1952. Traduzione di Alfredo Polledro)

mercoledì 3 giugno 2009

Ufficio di collocamento con speed dating

Su Ted Disbanded polemiche, dubbi, critiche e vantaggi della Portfolio Night, il format estero per far incontrare direttori creativi e aspiranti pubblicitari tutto in una notte secondo il modello dello speed dating. Negli altri paesi l'evento viene sponsorizzato dalle agenzie, in Italia dall'Art Directors Club Italiano, un'associazione di persone che raccoglie art director, copywriter e altri specialisti del ramo che ogni anno premiano la migliore pubblicità italiana (o la meno peggio).

Non è chiaro se le agenzie italiane non sponsorizzano l'iniziativa perché hanno dubbi sulla sua validità, se non sono abbastanza lungimiranti per investire in un meccanismo di selezione di giovani creativi, oppure se credono nell'iniziativa ma, come la famiglia Agnelli quando la Fiat è in crisi, preferiscono che a pagarla sia qualcun altro.

O forse, semplicemente, come nel giornalismo, nelle agenzie italiane si pensa che il vecchio sistema resti sempre il migliore: assumere i figli dei clienti, degli amici e dei colleghi.

domenica 31 maggio 2009

Le dita nel passaporto



E' pericoloso mettere impronte digitali, impronte dell'iride o altri parametri biometrici nei passaporti dei i cittadini come intende fare la Comunità Europea. Qui si spiega bene perché.

sabato 30 maggio 2009

Lezioni di Giornalismo - 12 anni per diventare professionista

Dalla biografia di Luca Telese, giornalista e conduttore di Tetris:

"Ho iniziato a fare il giornalista a “Il Messaggero”, correva l’anno 1989, cadeva il muro di Berlino e io vincevo uno stage di tre mesi legato a una colletta di beneficenza. Non avendo parenti nel mondo del giornalismo, per diventare professionista ci ho messo la bellezza di dodici anni."

venerdì 29 maggio 2009

martedì 26 maggio 2009

Alice colpisce ancora

Ieri mi è arrivata la prima bolletta relativa al servizio Alice Telecom che NON ho mai richiesto.

Apparentemente, la bolletta contraddice lo pseudocontratto mai richiesto e ricevuto venti giorni fa: nel contratto si diceva che mi avrebbero addebitato 154,80 euro di contributo di attivazione, e 28 euro per Alice Free. Nella bolletta invece hanno addebitato 23,33 euro per l'attivazione di Alice Free, più 129,00 euro per l'attivazione di Alice (quante volte l'attivano?), MENO lo sconto di 129,00 di Promozione Attivazione Alice (di cui nello pseudocontratto non ho visto traccia), più 12 euro di anticipo conversazioni (quali conversazioni?).

Dopo attenta analisi si scopre che è un modo astruso per dire che il contributo sarebbe stato di 154,80 euro (129 euro più iva) ma questo viene scontato nella bolletta (bisogna avere una certa esperienza commerciale e armarsi di calcolatrice, per scoprirlo... alla faccia della comunicazione!).

Ovviamente, dopo aver mandato il fax di disdetta e diffida il 13 maggio come richiesto dallo pseudocontratto, nessuna risposta da Telecom. Ancora non sanno che esiste l'e-mail per mettersi in comunicazione con gli ex clienti e non prevedono neanche l'uso del telefono (a meno che non sia per allietarli con il telemarketing). I mezzi di comunicazione privilegiati della Telecom sono ancora il FAX, la RACCOMANDATA, al limite se proprio insisti puoi registrarti nel sito 187.it (ma sarà possibile registrarsi per chi NON è cliente?). Di mandare un'e-mail e ricevere una risposta educata non se ne parla.

PARADOSSO ulteriore: quando ho telefonato al 187 il 12 maggio scorso, l'operatrice mi ha detto che "era impossibile" che avessi ricevuto un contratto Alice, perché il numero NON risulta cliente Telecom, tagliando corto perché non aveva tempo per risolvere un problema che evidentemente mi stavo inventando...

Adesso al 187 hanno fatto un passo avanti e, componendo il numero quando richiesto, NON è nemmeno possibile accedere al servizio (come suggerito dalla bolletta per informazioni) perché, appunto, il numero non è cliente Telecom.

lunedì 25 maggio 2009

L'ufficio Complicazione Affari Semplici non dorme mai

In Italia è sempre possibile complicare le cose. Se non esistono, si inventano e poi si regalano ai cittadini, come nel caso della Posta Elettronica Certificata.

Estraggo dall'articolo di Guido Scorza su Punto Informatico:

"Un'ultima considerazione che non credo possa lasciare indifferenti: è noto che la PEC (Posta Elettronica Certificata) è una realtà presente solo nel nostro Ordinamento e che essa non è in uso in nessun altro Paese al mondo. Viene, dunque, spontaneo chiedersi se regalare ai cittadini italiani, nel 2009, uno strumento con il quale possono "parlarsi" solo tra di loro mentre non possono comunicare - o almeno non possono farlo con analoghe garanzie - con il resto del mondo sia una scelta illuminata o, piuttosto, una condanna a prolungare la condizione di isolamento nella quale il digital divide ha già posto ampie fasce della popolazione."

martedì 12 maggio 2009

Alice nel paese delle meraviglie

Oggi ho ricevuto un contratto adsl Alice Free/Night & Weekend intestato al numero di telefono di casa mia.

E' un servizio che non ho MAI richiesto.

Come indicato nella lettera, ho disciplinatamente telefonato al 187 per avere informazioni su questo strano fenomeno, e l'operatrice mi ha risposta che è impossibile che mi sia arrivato un contratto Alice, perché il numero NON risulta fra i clienti Telecom. Era anche un po' seccata con me.

Il risultato è che devo mandare una raccomandata per disdire un servizio che NON ho mai chiesto su un numero che NON è Telecom. Speriamo che NON mi mandino il modem ADSL, altrimenti dovrò anche restituire un modem che NON ho mai richiesto per un servizio che NON ho mai richiesto su un numero che NON è Telecom.

Insomma, in Telecom fanno l'impossibile per servire i clienti. A modo loro.

sabato 9 maggio 2009

Spararsi su Youtube

Beatrice Lorenzin, parlamentare PDL, durante un'interessante puntata di Tetris osserva che, mentre in tv c'è "qualcuno" che verifica i contenuti di quello che va in onda, su Internet non c'è nessuno che lo faccia e quindi può capitare che qualcuno si spari e metta il filmato su YouTube, "senza filtri". Il conduttore Luca Telese osserva che un caso di suicidio in diretta è avvenuto in tv negli anni settanta; Fabrizio Rondolino osserva che tv e Internet sono strumenti, che possono essere usati bene oppure male.

Nessuno fa questa domanda: "Come fa uno a spararsi e poi mettere il filmato su YouTube?".

mercoledì 22 aprile 2009

Slow Italy

Internet è stata aperta al pubblico nel 1993, anno in cui è iniziata anche in Italia la diffusione dei primi account privati, fuori dalle università e dai centri di ricerca.

Dopo 16 anni, Internet in Italia viene ancora considerata una novità.

Ci sono uomini politici, giornalisti e uomini di spettacolo di primo piano che si vantano di non utilizzare Internet o di non conoscerla o di "non capirci niente", ad esempio Bruno Vespa, Giuliano Ferrara, Massimo D'Alema, Fabio Fazio. Ci sono aziende che ancora non hanno una strategia Internet, fra cui, moltissime, le famose PMI, le "piccole e medie imprese". Ci sono parlamentari che scrivono disegni di legge sulla rete manifestamente inapplicabili. Giornali "rivoluzionari" come il Manifesto e Liberazione stanno timidamente usando Internet come mezzo di diffusione delle idee solo adesso.

Sarebbe ora di dire a Bruno Vespa, a Giuliano Ferrara, a Massimo D'Alema, a Fabio Fazio, a molti imprenditori, a molti direttori di giornale e a molti altri esponenti della Classe Dirigente Italiana: "se non conosci Internet, se non la usi personalmente e quotidianamente, oggi sei un incompetente".

lunedì 20 aprile 2009

Nuove visioni musicali

L'industria musicale forse si sta svegliando da un lungo sonno. Questo articolo di Enzo Mazza, presidente della FIMI Federazione Industria Musicale Italiana, pubblicato su Punto Informatico mi sembra largamente condivisibile.

La FIMI si è distinta recentemente anche per aver messo in discussione il famigerato "bollino Siae", una delle arcaiche trovate del legislatore italiano per "combattere la pirateria".

domenica 29 marzo 2009

Un amministratore delegato, cento creativi

Questo articolo di Alessandro Bottoni spiega bene anche la crisi delle agenzie di pubblicità italiane. Nelle agenzie italiane un ristretto gruppo di top manager si divide la torta, lasciando le briciole a chi fa il lavoro.

martedì 10 marzo 2009

La ricerca dell'eccellenza (e perché nella pubblicità italiana è rara)

L'attenzione è spesso concentrata sul lavoro eccellente. I premi vanno agli eccellenti (si spera). Parlare di eccellenza è sempre molto macho o molto romantico.

Ma l'eccellenza probabilmente è una conseguenza della situazione di un certo settore professionale, non ne è né la causa, né la cura. Per sintetizzare, "vincere più premi internazionali" non è la ricetta per migliorare la situazione del mercato pubblicitario italiano. Al massimo, è la ricetta per migliorare la situazione di qualche agenzia in relazione al resto del mercato, che resta quello che è.

Per chiarirci, il lavoro eccellente è la punta di una piramide. Per alzare la piramide di un metro, occorre aggiungere centinaia, a volte migliaia di metri cubi alla sua base.

La base è costituita via via dai lavori sufficienti, quelli mediocri, quelli buoni e restringendo sempre più, quelli ottimi ed eccellenti.

Gli sforzi volontaristici per produrre lavori migliori, le alchimie più diverse per selezionarli meglio equivalgono a tirare l'erba per farla crescere più in fretta: troppo poco e troppo tardi.

Inoltre, la qualità di un settore professionale, come la piramide, NON è fatta dalla sua punta, ma dall'insieme complessivo: tanto la punta quanto la base che sostiene questa punta.

Più larga è la base, più alta la punta.

Il problema della pubblicità italiana è in parte di semplici dimensioni di mercato (inteso come numero di lavori prodotti, non come fatturato): circa un decimo del mercato inglese (soprattutto se depuriamo dalla TV, che in Italia è un fattore di distorsione perché drena molti budget che altrimenti andrebbero in altri canali a maggiore intensità di lavoro creativo e produttivo); in parte di formazione delle persone e di investimenti professionali: poche agenzie investono sui dipendenti e sulla loro formazione; in parte di deregulation selvaggia dei rapporti di lavoro: anche l'assoluta precarietà del rapporto di lavoro (anche fra agenzia e cliente, beninteso) e l'incertezza dei pagamenti non favoriscono un settore sano.

Quindi, paradossalmente, la stabilità dei risultati dei professionisti di talento, gli eccellenti, poggia sulla base dei mediocri: più sono i "mediocri", più elevata è la loro "media", più è facile per chi ha talento produrre lavori eccellenti. Questo può essere deludente per qualcuno, perché è più romantico pensare al genio eccellente che supera tutti gli ostacoli... ma difficilmente il genio lavora nel vuoto.

E' lo stesso motivo per cui in Italia e Francia ci sono i vini migliori del mondo: perché ci sono TANTI produttori di vino, non perché qualcuno ha trapiantato qui i venti migliori produttori.

In tutti i casi, se la metafora della piramide è calzante, l'unico modo per alzare la punta è allargare la base, e renderla più solida.

giovedì 5 marzo 2009

"Service With a Smile"

Un bell'esempio di come NON fare il marketing realazionale viene segnalato da Roberto Venturini a proposito di Ryanair.
Un Web developer segnala un possibile bug constatato sul sito Ryanair, e un impiegato Ryanair gli dà del blogger psicopatico e del perditempo.
Qui altre info sul caso (in inglese) da un blog del Guardian.

lunedì 2 marzo 2009

In Italia ritardano i treni MA ANCHE Internet

L'Italia è l'unico paese europeo in cui la penetrazione delle connessioni a banda larga nelle famiglie diminuisce invece di aumentare... Ne parla Anna Masera qui.
L'Italia si conferma il paese dei ritardi: qui tutto è più lento. Ma non per saggezza: per inerzia, complessità organizzativa e mala fede della politica.

sabato 28 febbraio 2009

Anonimi e frustrati


L'anonimato può avere funzioni utili per la democrazia e in certe situazioni può anche essere un diritto civile, o, in altri casi, essere molto divertente.


Ma può avere delle controindicazioni. Il dibattito anonimo che si è sviluppato qui può avere delle conseguenze inattese o spiacevoli. Ad esempio, lanciare anonimamente la notizia che il tale direttore creativo sta andando via da una certa agenzia, oppure che esiste una certa trattativa, può essere un modo per lanciare una polpetta avvelenata, oppure per segare una trattativa reale, verosimile, ma ancora allo stadio embrionale.

E' un discorso che ho già fatto anche altrove: questa forte propensione dei pubblicitari italiani all'anonimato non rintracciabile e al pettegolezzo anonimo è indice di una grande immaturità civile. Che è anche una delle concause dell'annosa crisi economica e di identità di coloro che lavorano nel mondo della pubblicità italiana.

Strategia del rinvio

Due riflessioni interessanti su Italia e nuove tecnologie: Chi ha paura dell'IT di Giuseppe Cubasia su Punto Informatico, e Facebook non basta, di Alessandro Bottoni.

Non approfondisco ulteriormente, ma secondo me, unendo le due cose (la prospettiva trentennale evocata da Cubasia e le attuali diffidenze politiche sul possibile ruolo di Internet evidenziate da Bottoni) si può pensare che da decenni esiste una strategia di rallentamento delle nuove tecnologie in Italia, dovuta a diversi motivi:

1. Diffidenza culturale;
2. Rendite di posizione dei fornitori di telefonia, connettività ecc;
3. Protezionismo e rendite di posizione della TV generalista;
4. Antica esperienza dei governanti italiani che prediligono classi sociali meno alfabetizzate (l'Italia è sempre stata in coda nelle classifiche di alfabetizzazione dei paesi europei)

venerdì 20 febbraio 2009

A cosa servono i dubbi

L'intelligenza è dubbio. Il dubbio è lo scalino indispensabile per raggiungere un miglior livello di comprensione.

lunedì 16 febbraio 2009

Dalla preistoria televisiva italiana

Marcello Marchesi parla di Carosello, il famoso format pubblicitario della Rai andato in onda dal 1957 al 1977, consistente in un filmato divertente o spettacolare di circa due minuti, privo di qualsiasi citazione del prodotto, seguito da un codino pubblicitario di trenta secondi.



Per chi non lo conosce, Marcello Marchesi era un autore e presentatore televisivo degli anni sessanta, molto famoso all'epoca, autore anche di molti caroselli, fra cui la serie di "Vecchia Romagna Etichetta Nera, il brandy che crea un'atmosfera". Ha scritto una quantità di aforismi, fra cui "Nel loro piccolo anche le formiche si incazzano" che ha dato il titolo alla fortunata serie editoriale a cura di Gino e Michele.

sabato 14 febbraio 2009

Dio e i suoi ghostwriter

Ted in questo post afferma che Dio è un copywriter e Gesù fu l'autore dei primi claim della storia. E lo sottolinea aggiungendo l'inciso "per la precisione". L'affermazione però è particolarmente imprecisa. In realtà Gesù scrisse ben poco, e gli eventuali meriti per la qualità della scrittura vanno ai suoi numerosi cronisti e traduttori. Questi si applicarono al lavoro qualche decennio dopo la morte del protagonista, firmandosi con i nomi di Marco, Matteo, Luca, Giovanni e altri (non autorizzati).

Inoltre, forse perché vive e lavora a Roma, dove l'ombra proiettata dalla Chiesa Cattolica è particolarmente ampia e pervasiva, Ted dimentica numerosi altri grandi copywriter, precedenti di secoli o anche millenni. Ad esempio:

Archimede, con il suo "Eureka".

Giulio Cesare, con modi di dire quotidiani ancor oggi: "Veni, vidi, vici"; "Il dado è tratto."

Gli autori del Mahabharata, il poema epico e testo sacro indiano lungo come dieci Bibbie, da cui qualche buon claim probabillmente si può trarre.

Lao Tzu, autore del Tao Te Ching, il testo fondamentale del taoismo ("Chi parla del Tao non lo conosce, chi conosce il Tao non ne parla"; "Trenta raggi convergono sul mozzo, ma è il foro centrale che rende utile la ruota.").

Sun Tzu, il misterioso generale cinese autore dell'"Arte della guerra".

Siddhārtha Gautama, detto il Buddha, che qualche frasetta a effetto l'ha coniata anche lui.

Il misterioso poeta greco Omero.

Innumerevoli filosofi greci.

E altri grandi autori dell'antichità pre-cristiana, i cui testi venivano rodati giorno per giorno, sera dopo sera, davanti al fuoco, declamati davanti a un pubblico attento e capace di critica anche feroce, come illustrato secoli dopo da William Shakespeare nel suo "Giulio Cesare":

CINNA - Mi chiamo Cinna.
PRIMO PLEBEO - Fatelo a pezzi! E' uno dei cospiratori.
CINNA - Ma sono Cinna il poeta, sono Cinna il poeta!
PRIMO PLEBEO - Uccidetelo per i suoi brutti versi.

William Shakespeare, Giulio Cesare, III, 3

Competenza? No grazie.

Francesco Rutelli è stato lo sfortunato padre del progetto Italia.it, ereditato da precedenti padri bipartisan altrettanto sventati.

Dopo aver dimostrato di capire poco di Internet, adesso dimostra di capire poco anche di intercettazioni telefoniche. Oppure di fare una gran confusione per favorire gli avversari del suo attuale partito politico.

Francesco Rutelli ha 54 anni e viene tuttora considerato una giovane promessa della politica italiana. La sua inesperienza tecnologica lo rende particolarmente versatile ed estremamente adatto a dirigere le istituzioni nel mondo moderno, perché il suo pensiero non è appesantito da inutili pregiudizi e dal fardello della competenza.

lunedì 9 febbraio 2009

Parole, parole, parole

Lo scrittore, dilettante o professionista, non deve mai dimenticare che, per quanto possa apparire chiaro e inequivocabile un testo, esso può sempre essere interpretato in modo diverso da persone diverse. Ecco un esempio:

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, redatto da una commissione presieduta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, al capitolo “Il rispetto per la vita umana”, 2278, recita:

“L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all‘’accanimento terapeutico’. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente”.

Come si può vedere, la Chiesa Cattolica oggi interpreta questo articolo del suo Catechismo in modo diametralmente opposto a quel che sembra affermare...

lunedì 26 gennaio 2009

Trascuratezza tecnica e cialtroneria

In Italia spesso non si fanno le cose per semplice trascuratezza tecnica, ignoranza politica e cialtroneria.

Qui viene spiegato molto bene per quale motivo in Italia il Numero Unico di emergenza (112) non funziona ancora e, in caso di incidente o pericolo, dobbiamo destreggiarci in una complessa rubrica di numeri telefonici, fra polizia, carabinieri, ambulanze, guardia forestale, protezione civile e via dicendo. Numeri tutti diversi e spesso non interconnessi (se telefoni alla guardia costiera per un incendio in riva al mare e ti rispondono che è competenza della guardia forestale, devi richiamare).

Il numero unico di emergenza con localizzazione automatica del telefono chiamante è essenziale per la protezione civile e per la lotta alla microcriminalità, molto di più di misure folkloristiche o semi-dittatoriali come l'esercito a pattugliare le strade. Il fatto che gli uomini politici italiani si accapiglino sull'esercito in strada e non prendano in considerazione il numero unico di emergenza dimostra quanto è ottocentesca la loro formazione culturale. Oppure quanto sono in mala fede.

sabato 24 gennaio 2009

"L'arroganza di chi si crede nel giusto"

L'Arcivescovo Domenico Fisichella, intervistato dal Corriere della Sera, afferma: "Il mondo di oggi è più piccolo di quello che crediamo e i temi etici suscitano grande incertezza e magari gravi conflitti nella popolazione. Per questo vanno affrontati con grande prudenza e non con l'arroganza di chi si crede nel giusto."

Domanda: Lo ha detto guardandosi allo specchio, oppure pensando alle biografie dei Papi, dei monarchi e dei governanti da essi sostenuti nei due millenni appena trascorsi?

sabato 17 gennaio 2009

Brevi spiegazioni sull'universo...

KTTB in questo post su Arte, Pornografia ed Erotismo, a mio parere fa un po' un minestrone di affermazioni universali, affermazioni dogmatiche e giochi di parole. Sulle prime non discuto, perché occorrerebbero volumi (semplifico: "l'universo tende alla complessità, quindi ciò che non tende alla complessità è male"... MAH).

Per quel che riguarda i giochi di parole, a mio parere il problema sta sul mettersi d'accordo sulle definizioni di Pornografia ed Erotismo. Per me, semplificando (il che è un male, a quanto pare), la pornografia è semplicemente qualsiasi rappresentazione di corpi umani nudi, finalizzati all'eccitazione sessuale. Semplice e chiaro. L'erotismo a mio parere è una categoria più ampia e complessa che non riguarda esclusivamente le immagini. Sono due insiemi diversi, con un sottinsieme comune, sui quali non attribuisco alcun giudizio morale. Ma è semplicemente per intendersi.

KTTB invece attribuisce un giudizio implicito alle due parole. Se non interpreto erroneamente: Pornografia, rappresentazione meccanica della sessualità (e implicitamente, male); Erotismo, rappresentazione di un complesso mondo sia interiore sia estetico attinente alla sessualità e all'attrazione erotica (e, implicitamente, bene, perché in sintonia con il trend dell'universo...).

Vabbè. Per far contento KTTB, aggiungo questa postilla a tutte le mie considerazioni su arte e pornografia, dal dizionario Gianni-KTTBese:

Dove ho scritto "Pornografia", leggasi "Erotismo". Dove ho scritto "Pornografico", leggasi "Erotico".

Cuntent?