venerdì 30 maggio 2014

Lavoro gratuito, volontariato e reddito di cittadinanza


Ha suscitato qualche critica, giustificata, la campagna per raccogliere volontari per l'Expo 2015. Alcuni alti dirigenti che si occupavano dell'organizzazione dell'evento sono indagati per tangenti e corruzione e contemporaneamente si cercano "migliaia di giovani" come volontari non retribuiti per collaborare? La perplessità su come vengono distribuite le risorse in Italia è giustificata, soprattutto se si tiene conto del forte squilibrio retributivo - tanto nel pubblico quanto nel privato - fra dirigenti, pagati più della media europea da una parte, e "risorse umane": impiegati e operai in Italia sono pagati meno della media europea.
Secondo me bisognerebbe fare una riflessione su lavoro gratuito e reddito di cittadinanza, provando a mettere insieme le due cose. Nel mondo moderno stanno emergendo sempre di più attività e lavori (anche di semi-volontariato) che sono difficilmente quantificabili e monetizzabili. Quanto vale occuparsi della pagina Facebook di una onlus o del nido comunale? Quanto vale fare il volontario per l'Expo (iniziativa pubblica), per lo Smau (iniziativa privata) oppure per una fiera di beneficenza (iniziativa senza fini di lucro)?
Se esistesse un reddito di cittadinanza, questo potrebbe coprire (in modo parziale e forfettario) le innumerevoli richieste di lavoro e contributo gratuito che emergono sempre di più nel mondo reale e nel mondo reale-digitale.
Inoltre semplificherebbe moltissimi alcuni tipi di rapporto di lavoro sporadico o non continuativo con ricadute sociali positive. Sintesi: chi ha un lavoro può fare il volontario nel suo tempo libero, chi non ha un lavoro può fare il volontario essendo tutelato e finanziato dal reddito di cittadinanza (e fare il volontario può essere un modo per dare qualcosa in cambio alla società, per la tutela del reddito di cittadinanza).
Posted via Blogaway

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