mercoledì 15 gennaio 2014

Non c'è lavoro? Non vieni pagato? Tre problemi e Tre soluzioni

Il lavoro fisso non è l'unica forma di lavoro

La campagna #CoglioniNO ha generato una discussione sul lavoro creativo. Benvenuta consapevolezza, però va anche detto e compreso che il problema è molto più complicato della semplice invidia dell'idraulico ben pagato.


  1. NON è una questione di immagine di categoria. Nel luogo comune tutte le categorie sono sputtanate per definizione: i medici ammazzano i pazienti, gli avvocati sono azzeccagarbugli, i notai sono passacarte, i chirurghi sono macellai, i commercianti sono imbroglioni, eccetera. Non è promuovendo l'immagine del creativo che "i creativi" verranno tutti rispettati. Ogni singolo professionista deve guadagnarsi la fiducia dei suoi clienti. E infatti i medici, gli avvocati ecc sono come descritto, ma ognuno di noi ha fiducia del suo medico, del suo avvocato, ecc.
  2. Il lavoro è uno e trino. Esistono - grosso modo - TRE figure nel mondo del lavoro. Tutte e TRE lavorano, ma hanno loro specificità: L'imprenditore; il Freelance-libero professionista; il dipendente. La logica del "lavoro gratis" è diversa per le tre figure e NON è "tutto-buono" o "tutto-cattivo" in tutti e tre i casi. L'imprenditore e il libero professionista, per esempio, NON possono pensare di essere "equamente retribuiti" per ogni singola attività che svolgono. Quella è una logica da lavoratore dipendente, il quale ha diritto a un salario, e ha diritto ad alcune tutele, ma in genere non partecipa ai vantaggi del rischio d'impresa (con notevoli e patologiche eccezioni in Italia, dove spesso i dirigenti - tanto nel pubblico quanto nel privato - sono strapagati in proporzione al loro contributo lavorativo, pur essendo dipendenti in tutto e per tutto). Imprenditore e libero professionista spesso devono investire del lavoro gratuito per acquisire un nuovo cliente, e talvolta devono correre il rischio di non essere pagati, talvolta anche per dolo del cliente. Per quel che riguarda il lavoratore dipendente e parasubordinato, sposo quanto scritto qui. Per imprenditori e liberi professionisti le cose sono un po' diverse, anche se resta fermo un diritto morale a un compenso per il lavoro, ed è immorale che cliente e fornitore cerchino di fregarsi a vicenda. Ma non bisogna confondere lavoro gratis e lavoro a scrocco (per esempio la piaga delle gare non retribuite) con networking, tentate vendite, proposte speculative e altro. 
Le soluzioni.

In Italia c'è un problema di sistema. Gli imprenditori e le aziende pubbliche sono vessati (le aziende pubbliche auto-vessate) da miriadi di costi impropri o ai massimi livelli europei: energia, trasporti, pressione fiscale, burocrazia, superstipendi ad alcune categorie eccessivamente protette (in particolare i dirigenti di ogni livello). Spesso fornitori e lavoratori non tutelati sono i soli costi facilmente comprimibili. C'è un problema di cultura. Gli imprenditori italiani non sanno cosa sia il marketing (qui la colorita e divertente testimonianza di un venditore, probabilmente la figura aziendale più pragmatica che esista), figuriamoci valorizzare chi "fa i disegnini" o "scrive sul Web". C'è un problema di consapevolezza di categoria ma anche di consapevolezza individuale. Chi fa il creativo deve imparare a fare i preventivi e a vendere il suo prodotto-servizio. L'aspetto commerciale della professione viene pesantemente sottovalutato da tutte le scuole, università e accademie che conosco. 

Il problema di farsi pagare, chi più chi meno, ce l'hanno anche i notai, gli idraulici e gli architetti, non solo i creativi. Persino le banche, con tutte le tutele che hanno, possono avere il problema di farsi pagare mutui e prestiti. Inutile quindi invidiare l'erba del vicino.

La soluzione NON è e NON può essere solo esterna ("Lo Stato che non ci tutela"; "La Costituzione"; "Il sindacato", "L'Albo professionale"), ma dipende anche dal miglioramento delle proprie capacità personali e professionali. Bisogna lavorare su TRE fronti:

  1. Politicamente, sul Sistema Italia;
  2. Politicamente, sulla consapevolezza di categoria (con attività Sindacali e Associative, due tipologie diverse di attività di categoria)
  3. Personalmente, sulla crescita professionale e di consapevolezza personale.
Il punto 3 non va sottovalutato perché è quello che, a livello individuale, è il più accessibile a tutti.

martedì 7 gennaio 2014

Violenza sul Web.


I giornalisti italiani, i commentatori e i politici con più di cinquant'anni e spesso nessuna esperienza di Internet hanno ragione: dilaga la violenza sul web. Ecco un esempio: uno scontro a fuoco con insulti e invocazione alla morte. Il brevissimo filmato è molto drammatico e si consiglia la visione solo a chi non è eccessivamente sensibile.