martedì 22 gennaio 2013

Canone TV: balzello ricco non ci rinuncio. Ecco un semplice motivo per cui dovrebbe essere abolito subito...

Sia il caso italiano sia il caso tedesco del canone tv dimostrano che governi e classe politica quando impongono una tassa, difficilmente ci rinunciano.

In Germania il Canone TV è stato esteso d'autorità a tutte le famiglie: chi possiede un immobile deve pagare il canone, indipendentemente dal fatto che abbia un televisore, o lo guardi.

In realtà si dovrebbero prevedere due casi:
  1. Se un servizio pubblico è destinato a una minoranza di utilizzatori, potenziali o effettivi, dovrebbero pagarlo solo questi, del tutto o in parte. Avviene ad esempio con la sanità, l'istruzione e i trasporti pubblici: parte delle infrastrutture sono pagate dalla fiscalità generale, parte dall'utilizzatore effettivo al momento dell'utilizzo, con biglietti, ticket e rimborsi parziali.
  2. Se un servizio pubblico è destinato a tutti o comunque alla grande maggioranza della popolazione, dovrebbe essere finanziato dalla fiscalità generale. Succede ad esempio con la pubblica sicurezza, l'esercito, la protezione civile.
Nata come elettrodomestico di lusso, posseduta da poche famiglie negli anni 50 e 60 del secolo scorso, la tv oggi è posseduta dal 90% delle famiglie in quasi tutta Europa. È quindi diventato un servizio destinato a tutti che viene finanziato da una tassa speciale.

Il che è un controsenso antieconomico e irrazionale. 

Nel caso italiano, 10 milioni di canoni RAI da pagare sono 10 milioni di atti fiscali la cui esecuzione, verifica ed eventuale perseguimento di violazioni - se costassero in media solo 10 euro a canone - costa alla collettività 100 milioni di euro per la sola gestione e contabilità. Senza contare il tempo perso dalle famiglie (mezzora ciascuna sono 5 milioni di ore), l'obbligo di conservare le ricevute, e gli inutili contenziosi, che portano questo costo a valori molto più alti.

È evidente che - tanto nel caso tedesco quanto in quello italiano - qualsiasi governante ragionevole abolirebbe la tassa speciale e la farebbe rientrare nella fiscalità generale.

Che ne pensi?

giovedì 3 gennaio 2013

Perché Berlusconi non sa fare politica. Né l'ordinaria amministrazione.

Silvio Berlusconi è stato una figura di primo piano dal 1994 ad oggi. Ha governato per lunghi anni, almeno 10 su venti, e gli altri anni è stato il principale protagonista dell'opposizione.
Il suo governo nel 2011 è stato "commissariato" e sostitutito dal Governo Monti in ultima analisi anche come conseguenza del suo scontro politico, all'interno del suo partito, con Gianfranco Fini, perché lo strappo ha portato via molti voti alla maggioranza parlamentare che sostenava il governo Berlusconi.

Lo scontro politico Fini-Berlusconi del 2010-2011 può essere assimilato allo scontro politico Renzi-Bersani del 2012. In entrambi i casi un esponente politico di minoranza (o emergente, come nel caso di Matteo Renzi) voleva contare di più nell'ambito delle strategie di partito. Nel caso Renzi-Bersani, anche con molta maggiore aggressività rispetto a Gianfranco Fini nei confronti di Berlusconi.
A cose fatte, si può osservare che Pierluigi Bersani ha gestito lo scontro politico con ben maggiore competenza e abilità rispetto a Berlusconi. Sottoponendosi alle primarie, Bersani ha sì corso il rischio di perdere la leadership del partito, ma (anche usando con abilità regole, strutture e appoggi di partito) ha poi vinto lo scontro in modo netto (notare che io personalmente sono critico su Bersani, e non ho approvato il modo di gestire le "regole" delle primarie, per cui il mio non è un elogio acritico di un "bersaniano" convinto).

Berlusconi al contrario, proprio per non cedere alcun terreno, ha perso lo scontro raggiungendo una vittoria di Pirro con l'espulsione di Fini, ha perso la solidità del partito e persino, come già detto, ha posto le basi per indebolire in modo fatale il suo governo.

In sintesi il confronto parallelo delle vicende Fini-Berlusconi e Renzi-Bersani secondo me confermano una sostanziale incapacità e incompetenza politica di Berlusconi. L'ex primo ministro e presunto "Grande statista" ha una grande abilità propagandistica, molto aiutato dal fatto di avere tre televisioni e due quotidiani di sua proprietà diretta e indirietta, e dal fatto di avere numerosi alleati in Rai.

Però dal punto di vista della politica vera, non sa né governare il Paese (lo dimostrano i risultati deludenti di tutti i suoi governi) né governare il suo partito. Probabilmente, mentre è un maestro negli escamotage tattici e propagandistici in situazioni di emergenza ("Avete capito bene: aboliremo l'ICI"), per quel che riguarda la gestione ordinaria, non sa neanche governare le sue aziende. Berlusconi un giocatore di poker di talento ma che si annoia durante gran parte della partita, mentre Bersani è un giocatore di scacchi infaticabile (che però ha il difetto, nel 2012, di pensare di giocare ancora a scacchi contro la Democrazia Cristiana per quel che riguarda la politica esterna al suo partito)

Contrariamente all'immagine molto coltivata di infallibile imprenditore di successo, diverse iniziative  di Berlusconi sono state disastrose (l'acquisto del gruppo Standa, il lancio di Pagine Utili), nonostante risorse quasi illimitate. Inoltre il gruppo Fininvest-Mediaset nel 1994, al momento dell'ingresso di Berlusconi in politica, era in gravissima difficoltà economica. Successivamente Mediaset ha avuto numerose fasi di crescita, con la tendenza a crescere quando Berlusconi era capo del governo, e la tendenza a stagnare (ma senza correre rischi come quelli dei primi anni novanta) quando Berlusconi era all'opposizione.

Probabile segno che l'ingresso di Berlusconi in politica ha portato benefici al gruppo Mediaset, sia per gli indiretti vantaggi dati dal fatto di avere influenti amici al governo, sia per il fatto di aver tenuto Berlusconi indaffarato altrove e lontano dall'ordinaria amministrazione.

Aggiornamento: un'interessante conferma alla mia tesi ("Berlusconi non sa fare politica") viene da The Front Page, in cui testualmente, in un inciso, in questo post su Gianfranco Fini si dice: "Berlusconi può anche avere espulso Fini dal Pdl e vinto nel dicembre 2010 il braccio di ferro sulla fiducia con il presidente della Camera, ma da quel momento non è più stato in grado di governare e di tenere insieme il partito."