venerdì 31 dicembre 2010

Stampa clandestina in crescita in Italia?

Un interessante problema editoriale nasce forse dal sito Paper.li. Un problema che forse illustra bene gli anacronismi della legge italiana sulla stampa. La quale, in acrobatico contrasto con la Costituzione, prevede che le testate giornalistiche siano registrate presso il tribunale della città dove vengono edite e che abbiano un direttore responsabile iscritto all'Albo dei Giornalisti (con varianti per i periodici specializzati).

Questa normativa pressoché unica in Europa e piuttosto rara anche nel resto del mondo ha generato un bizzaro disclaimer che si vede spesso nei blog:  questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001, anche se, come capita spesso in Italia, non è chiaro se sia utile o necessario.

Ora, Paper.li è un aggregatore di contenuti provenienti da Twitter e Facebook che genera delle pagine di questo tipo: Adv Daily by Alessandro Sisti, Michele Ficara Daily, Alessandro Cosimetti Daily (sono tre dei tanti di cui ricevo la segnalazione via Twitter). Chi è presente su Twitter e ha qualche amico che usa il servizio riceve ogni giorno il tweet "È uscito il Tizio Caio Daily", "È uscito il Sempronio Tarquinio Daily".

L'aggregazione viene fatta in modo automatico, sulla base di filtri indicati dall'utente, viene aggiornata regolarmente, anzi quotidianamente, sulla base di contenuti aggregati da Facebook e Twitter, e la notizia della pubblicazione viene spedita a una base di iscritti definita dall'utente, fra amici di Facebook e follower su Twitter. La pagina viene presentata come un quotidiano ("Daily", "a paper from ....", "x contributors today", "a Paper.li newspaper") e i contenuti sono definiti articoli.

Immaginiamo che uno dei contributor aggregati dal nostro "Daily" pubblichi sul suo spazio Facebook un post e una foto ritenuti falsi o diffamatori da qualcuno. Il nostro Daily le aggrega e poi segnala la nostra pagina a un migliaio fra amici e follower. Il caso è improbabile ma, con milioni di utenti Facebook e migliaia di quotidiani su Paper.li, è sia verosimile che possibile.

La persona che si ritiene diffamata stampa la pagina del "Tizio Caio Daily" che riporta, fra i tanti articoli, anche il contenuto che ritiene falso o diffamatorio e va dal suo avvocato.

Cosa diranno l'avvocato e soprattutto poi il giudice? Ravviseranno la diffamazione a mezzo stampa e, mancando registrazione presso il tribunale e direttore responsabile, anche l'assurdo e anacronistico reato di stampa clandestina? Perseguiranno solo l'autore del contenuto diffamatorio, oppure ravviseranno un concorso di colpa da parte della testata giornalistica "Tizio Caio Daily"?

Alternativamente, qualche solerte Istituzione Statale alla ricerca di nuovi modi per fare cassa, scoprirà in Paper.li un modo facile per inviare in modo industriale un po' di sanzioni per stampa clandestina semplicemente cercando sul sito Paper.li i quotidiani degli utenti italiani?

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