mercoledì 22 dicembre 2010

Sociologi dilettanti e valutazioni soggettive della crisi (il paradosso dei ristoranti vuoti)

Quando si parla di crisi, c'è sempre qualcuno che obietta: "sì ma i ristoranti sono sempre pieni, le strade sono piene di macchine".

Bisogna fare sempre attenzione a queste valutazioni soggettive, soprattutto se chi le fa gode di un buon reddito. Esistono infatti questi fenomeni che distorcono la nostra percezione della società in generale:

  1. In genere i nostri amici sono di un'estrazione sociale analoga alla nostra;
  2. Gli amici che frequentiamo non sono mai rappresentativi della società nel suo complesso.
  3. Possiamo avere una percezione soggettiva della realtà economica in generale solo se facciamo un lavoro a contatto con un pubblico generale.
La percezione dei ristoranti pieni è generalmente priva di fondamento per questi motivi:
  1. I ristoranti vuoti in genere dopo un po' di tempo chiudono;
  2. Fra i ristoranti che restano aperti, quelli pieni prevalgono (altrimenti chiuderebbero)
  3. In generale, si va più spesso in un ristorante pieno che in un ristorante vuoto (è più probabile essere una delle 300 persone in un ristorante pieno o una delle 6 in un ristorante vuoto?)
Prendendo il caso del punto 3, ad esempio, è evidente che le 300 persone del ristorante pieno avranno l'impressione che i ristoranti sono pieni, mentre solo 6 avranno l'impressione che i ristoranti sono vuoti.

Lo stesso discorso si può fare sulle auto per le strade. In caso di crisi le auto non spariscono. Se si muovono di meno, restano comunque parcheggiate nelle strade, particolarmente in Italia dove nelle città le abitazioni hanno pochi box e garage. Le ore di punta restano sempre quelle, e lo stesso i picchi stagionali per ferie e lunghi weekend. Inoltre i movimenti delle auto sono estremamente difficili da tracciare "a vista". Per esempio, in caso di crisi economica i mezzi commerciali possono fare meno consegne. Ma i venditori e chi promuove l'attività commerciale possono essere costretti a fare più visite ai clienti. Lo stesso vale per i movimenti di vacanza: la crisi può indurre a fare vacanze più brevi ma non a rinunciarvi. Oppure fare diversi ponti e weekend lunghi, invece delle tre settimane d'agosto. Questo può creare maggior traffico, più andirivieni, pur generando una minore spesa complessiva.

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