mercoledì 8 dicembre 2010

Fuoco amico. Le bacchettate a Renzi delle Alte Gerarchie PD

Pier Luigi Bersani ha criticato Matteo Renzi per una questione di galateo: non sta bene andare a trovare il Presidente del Consiglio a casa sua, "la gente potrebbe non capire". A parte che fra uomini politici, alleati e no, è normale incontrarsi anche al ristorante, in albergo o in qualsiasi altro luogo, per garantire la trasparenza dell'incontro è più importante che ci siano testimoni, più che l'ufficialità del luogo. Da notare che in precedenza, durante la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, Anna Finocchiaro ha criticato Renzi perché usare il verbo "rottamare" per delle persone sarebbe da maleducati. Insomma, per il giovane Matteo Renzi bacchettate sulle dita dalle Alte Gerarchie.

Il mio parere di oasservatore esperto di comunicazione (anche se forse non esperto delle finezze bizantine della politica italiana) Matteo Renzi ha criticato Bersani MA ha criticato e attaccato ben di più Berlusconi.

Nonostante sia una promessa del suo partito (o forse proprio per questo), nelle passate settimane Bersani fa il principe offeso e rifiuta di incontrare Renzi.

Berlusconi invece lo invita ad Arcore. Renzi ci va, si presume nella speranza di ottenere un vantaggio per sé, per la città o per il partito. Cosa fa il Cardinal Bersani? Invece di attendere gli eventi e sostenerlo se è il caso (o ridimensionarlo se è il caso, ma a ragion veduta), abbocca come una cernia e critica Renzi, facendo pesare la gerarchia come un cardinale irritato, interrotto nella sua partita a scacchi col demonio.

Sintesi: parafrasando un famoso titolo dell'Economist, Berlusconi è inadatto a governare l'Italia, ma Bersani è inadatto a sfidare Berlusconi.

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