martedì 8 febbraio 2011

L'errore storico dell'Art Directors Club Italiano

L'ADCI, Art Directors Club Italiano è l'associazione dei creativi della pubblicità italiana. Ne esistono analoghe in tutti i paesi del mondo o quasi. I due più importanti a livello internazionale sono l'Art Directors Club di New York e il  D&AD British Design and Art Direction.

L'ADCI italiano ha sempre avuto la fissa di proporsi come associazione d'élite, aprendo le sue porte quasi esclusivamente a chi aveva prestigiosi premi o almeno tre pubblicazioni sull'Annual, l'annuario della migliore pubblicità italiana pubblicato appunto dall'ADCI.

L'attuale Consiglio Direttivo (in scadenza a breve) è stato uno dei più tenaci in proposito, salvo una grande disponibilità ad accogliere studenti e stagisti, disponibilità un po' pelosa, vista la composizione lavorativa dei reparti creativi delle agenzie (pochi dirigenti, pochissimi collaboratori anziani, tanti stagisti).

Non si sono accorti che nel frattempo il resto del mondo era cambiato, e  da parecchio tempo. Basta osservare il fatto che, per entrare nelle due associazioni più prestigiose del mondo pubblicitario, invece, non occorrono particolari formalità:

- Art Directors Club di New York
Per accedere come soci professionisti è sufficiente lavorare in pubblicità da almeno due anni. Vengono distinti i soci residenti (che lavorano entro 100 miglia da NY) e non residenti (anche stranieri).

Qui le informazioni per iscriversi all'ADC of NY.


- British Design and Art Direction D&AD
Per le persone fisiche, prevede "Awarded Member", e "Member"; il costo è uguale, i benefit sono analoghi. Gli Awarded Member sono stati citati almeno una volta nell'Annual D&AD



È possibile iscriversi persino online, senza altre formalità.

Mi sembra la prova evidente che il limite delle tre pubblicazioni e la fissa dell'Associazione d'Elite siano rigidità tutte italiane, derivanti dalla cultura degli albi professionali, delle gilde e delle corporazioni.

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