martedì 24 dicembre 2013

L'Italia pigra dei musei, battuta da tutto il resto del mondo...


Il numero doppio dell'Economist di Natale quest'anno ha un inserto speciale sui musei nel mondo. Contiene un'interessantissima cartina con il numero di musei e il numero di visitatori di alcuni paesi del mondo.

Alcuni dati interessanti:


  • Italia: circa 400 musei, con 33,1 milioni di visitatori l'anno
  • Olanda: 800 musei, 22,3 milioni di visitatori
  • Spagna: 1.500 musei, con 57,5 milioni di visitatori
  • Gran Bretagna: 1.700 musei, con 87,6 milioni di visitatori
  • Germania: 6.300 musei, con 109,6 milioni di visitatori.

Da notare che tutti i paesi citati nella cartina fanno meglio dell'Italia, o per numero di musei, o per numero di visitatori, o, quasi tutti, per entrambi i parametri. Il caso dell'Olanda, in particolare, dimostra che un piccolo territorio può avere un alto numero di musei (e un alto numero di visitatori in proporzione al territorio). La Germania dimostra che è possibile avere un alto numero di musei e un alto numero di visitatori in termini assoluti, pur non essendo "top of mind" per beni artistici e culturali. I dati di Stati Uniti, Canada e Cina confermano la tesi: più musei ci sono, più la gente va a visitarli (se sono bene organizzati).

In pratica, anche nei musei, non basta la qualità delle opere esposte (che in Italia è sicuramente elevatissima, capace di portare alcuni singoli musei a livelli di superstar mondiali), ma conta anche capacità organizzativa, di comunicazione e di attrazione turistica. Un cattivo esempio significativo è quello degli italianissimi Bronzi di Riace, che periodicamente giacciono dimenticati da tutti e che periodicamente fanno notizia per il concetto "come mai sculture così belle non viene nessuno a vederle?" Non sarà per cattiva organizzazione e infrastrutture scadenti?

Il tutto contraddice la famosa affermazione di un famoso ministro italiano: "con la cultura non si mangia".  Forse in Italia, dove è la cenerentola di aziende pubbliche e private. Negli altri paesi europei e del mondo la cultura produce visitatori, traffico commerciale e percentuali di pil, quel prodotto interno lordo che è il totem di ministri e amministratori pubblici apparentemente concreti ma culturalmente arretrati.

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