venerdì 13 dicembre 2013

Detrazioni fiscali per i libri: l'antiquariato progressista del PD

Non sarà un po' troppo hi-tech?
Per "favorire la lettura" il governo ha graziosamente concesso la possibilità di detrarre fiscalmente le spese per libri fino a mille euro per "libri con ISBN" (International Standard Book Number) e fino a mille euro per libri scolastici (sempre con ISBN, si presume).

La detrazione d'imposta è del 19%, quindi si tratta di 190 euro se si acquistano mille euro di libri. In pratica, grosso modo, è uno "sconto 20" di stato, Occorre ovviamente "adeguata documentazione fiscale" (non è ancora spiegato quale: si suppone fattura o scontrino parlante). Non è ancora chiaro da quando sarà fattibile la detrazione, se da subito e per sempre, oppure se per uno specifico periodo.

Ci sono due problemi, collegati fra loro:
  • Sono esclusi gli e-book
  • Quindi l'obiettivo è spingere la vendita di libri cartacei, non libri in generale.
Va inoltre aggiunto che il requisito dell'ISBN esclude una parte non piccola dei libri di micro-editori e buona parte dei libri autopubblicati. Gli ISBN infatti hanno un costo che non tutti i piccoli operatori affrontano.

Il provvedimento è quindi:
  1. Demagogico nelle intenzioni, perché finalizzato a blandire gli intellettuali tradizionalisti e le case editrici tradizionali con ampio catalogo cartaceo
  2. Reazionario, perché penalizza ulteriormente l'acquisto di ebook, già penalizzati dall'iva al 22%
  3. Elitario nei benefici, perché penalizza i piccolissimi editori, favorendo editori medi e grandi
  4. È un aiuto ai librai, non alla diffusione della lettura (soprattutto se emergesse che sono esclusi anche gli acquisti online).
  5. Se poi il provvedimento non esclude la vendita diretta porta a porta, comprenderebbe anche un piccolo conflitto di interessi: il ministro Massimo Bray è stato direttore editoriale dell'Istituto dell'Enciclopedia Treccani, e i prodotti editoriali Treccani vengono venduti (piuttosto aggressivamente) anche porta a porta. È evidente che la parziale detraibilità dell'acquisto diventerebbe un argomento di vendita piuttosto forte a disposizione della rete di vendita Treccani. Senza contare (vedi punto 2) che le enciclopedie cartacee sono diventate obsolete sin dall'invenzione dei cd-rom, per non parlare di Wikipedia (nata nel 2001).
Il costo esagerato degli ebook in Italia.
I libri cartacei hanno in media costi di stampa e distribuzione pari al 40-50% del costo di copertina. All'autore va dal 6 al 15% del costo di copertina (dipende il 6 per i tascabili, il 15% per le edizioni rilegate di autori con forte potere contrattuale. Un autore esordiente può ringraziare la sorte se riceve dal 6 al 10%). È evidente che un ebook dovrebbe costare al massimo la metà del prezzo di copertina de cartaceo (senza comprimere né il margine lordo dell'editore, né la quota destinata all'autore). Invece in Italia buona parte del vantaggio distributivo del libro elettronico viene incamerato dallo stato, con il 22% di iva (il 4% sul cartaceo, con agevolazioni). Un'altra parte viene vanificata dall'avidità o dal conservatorismo di alcuni editori, che tengono i prezzi degli ebook artificialmente alti per non insidiare la vendita del cartaceo, in certi casi probabilmente anche perché influenzati da interessi di stampatori e distributori che temono di perdere business e cercano di frenare il digitale.

Insomma, siamo alle solite: destra o sinistra, i governi italiani in fatto di tecnologia e cultura sono sempre conservatori se non addirittura reazionari.

È evidente che, come minimo, il governo dovrebbe affiancare questi due o tre provvedimenti:
  1. Detraibilità fiscale dell'acquisto di ebook reader
  2. Riduzione dell'iva degli ebook, parificandoli ai libri cartacei
  3. Detraibilità fiscale anche degli acquisti di ebook.
AGGIORNAMENTO: In più, grazie alla normale farragionosità di percorsi legislativi italiani, non vale da subito, ma dal 2014, e ci vorranno DUE decreti attuativi perché entri in vigore. Inoltre occorreranno "scontrino parlante" o fattura per godere delle agevolazioni, cosa che conferma la tesi del conflitto di interesse Ministero-Treccani (se non vengono escluse le vendite di libri porta a porta, cosa al momento improbabile): mentre le piccole librerie non possono godere dell'agevolazione finché non sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, decreti attuativi compresi, i venditori porta a porta di collane economicamente impegnative possono cominciare a prendere ordini per far perfezionare la consegna dei libri dopo l'entrata in vigore della legge.

AGGIORNAMENTO 4 febbraio 2014 - Il "bonus libri" diventa "bonus librai" (Sole 24 Ore) con aggiunta di diverse complicazioni burocratiche (consiglio di leggere qui la ricostruzione e i commenti di Massimo Mantellini).

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