lunedì 26 aprile 2010

Posta elettronica certificata: si parte con il classico disservizio

Oggi parte una "fondamentale" e "rivoluzionaria" innovazione tecnologica e normativa della Pubblica Amministrazione Italiana: la Posta Elettronica Certificata (PEC) gratuita per tutti i cittadini italiani. Peccato che il sito governativo che deve fornire il servizio per il momento non funzioni. Strano che, auspicando almeno ventitre milioni di utenti a regime, non abbiano previsto un boom di accessi il primo giorno... Si poteva ipotizzare che qualche centinaio di migliaia di persone volessero collegarsi, anche solo per curiosità o per valutare l'ipotesi di registrarsi.

La posta elettronica certificata potrà avere un effetto positivo nel far risparmiare un po' di soldi di spese postali ai condomini e ai commercialisti, ma per il momento sembra scontare i classici problemi delle innovazioni della Pubblica Amministrazione italiana:
  1. Rivoluzionario e avanzatissimo a parole;
  2. Unico al mondo (ma ci sarebbe da domandarsi perché: nessun altro paese europeo e forse mondiale per il momento sembra aver adottato o pensato di rendere obbligatorio uno strumento del genere), come molte delle bizzarrie normative italiane;
  3. Contraddittorio nella normativa (prima strumento obbligatorio per tutti, poi non più obbligatorio, poi nuovamente obbligatorio, infine definitivamente facoltativo perché l'obbligatorietà sarebbe in contrasto con le norme europee);
  4. Pedissequo nel pensiero progettuale: innoviamo trasferendo nel futuro le stesse cose del passato (esempio: per semplificare certe procedure non servono più i certificati? Vengono sostituiti non da una banale dichiarazione ma da un "auto-certificato": il certificato non lo devi più chiedere all'ente ma te lo prepari tu da solo. È un passo avanti, ma non è semplificazione). La posta elettronica certificata porta nel mondo virtuale la tendenza tutta italiana a volere certificati e documenti notarili per ogni attività, cercando sempre non la quadratura del cerchio ma la cubatura della sfera fra confusione normativa e puntigliosità formalistica.
  5. Anelastico nell'implementazione: si fa, si lancia, senza alcuna sperimentazione preventiva, senza una gradualità applicativa e senza una previsione dei flussi, come tanti provvedimenti, condoni, leggi e leggine che capitano fra capo e collo di cittadini e imprese, soprendendo per primi i dipendenti pubblici e le infrastrutture che dovrebbero farli funzionare.

Aggiornamento: oggi (27 aprile 2010) invece della pagina di errore, il sito governativo dà questo messaggio: "È stato raggiunto il numero massimo di connessioni. Riprova più tardi, grazie."

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