I paradossi di leggi e di una cultura giuridica non sempre orientata alla libertà di parola e di stampa: un critico musicale viene condannato a pagare 500.000 euro per commenti critici (peraltro autorevoli) espressi da un direttore d'orchestra da lui intervistato, e per i titoli dell'articolo ritenuti diffamatori (titoli che oltretutto non sono stati scritti da lui ma dalla redazione del giornale).
Spieghiamo meglio: il giornalista viene condannato per le dichiarazioni dell'intervistato e per i titoli che non ha scritto lui.
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