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venerdì 24 ottobre 2008
Facebook e i romanzi dell'800
Sul Corriere della Sera, alcune considerazioni su Facebook e sui presunti pericoli psicologici e sociali del social networking. Sono allarmi già visti nei decenni e persino nei secoli passati.
La cosa interessante infatti è che timori analoghi, in passato, sono stati espressi sui videogiochi, sui fumetti, sul cinema, sulla televisione, sui fotoromanzi e persino sui romanzi quando, nel XIX secolo, grazie all'industrializzazione dell'editoria, cominciò a diffondersi la letteratura in tutti gli strati della popolazione, dalla letteratura più nobile fino ai romanzi d'appendice.
Il libro, infatti, è una forma di realtà virtuale estremamente efficace.
Le famiglie osservavano preoccupate il ragazzo che passava ore divorando i racconti di Emilio Salgari o di Jules Verne, Charles Dickens o Alessandro Dumas, la ragazza che passava ore sui romanzi di Emily Dickinson, le sorelle Brönte, Jane Austen o Mary Louise Alcott. Ragazzi che potevano trovarsi ad affrontare analoghi problemi psicologici e analoghe confusioni fra realtà e fantasia come quelle attribuite oggi ai social network.
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