giovedì 15 gennaio 2009

La funzione pornografica dell'Arte



"Guardate che incarnato ha questa Venere... Ma voi siete molto più bella, contessa."

L'aneddoto che KTTB qui racconta di Napoleone III conferma la mia tesi e non la smentisce: l'Arte ha avuto anche funzioni pornografiche. Gli uomini di potere sono notoriamente o asceti (Gandhi) o ipersessuali (John Kennedy). Napoleone III, che non era un asceta, sicuramente di fronte a quel quadro rimase sedotto dalla bellezza dell'Arte, MA ANCHE dalla bellezza femminile del soggetto. Potendolo fare, ha comprato il quadro, non certo per poi masturbarsi come un adolescente.

Ma la funzione di quel genere di "Arte" era, anche, di essere esposta in sale e salotti privati, padiglioni di caccia (eh eh), boudoir e camere da letto. Per predisporre la mente propria e della moglie, amante o possibile conquista di una notte a una particolare attività.
Una funzione squisitamente "pornografica". E una funzione tutt'altro che secondaria.

Una tecnica di seduzione molto applicata in passato, sintetizzata nella famosa battuta "vuoi venire a vedere la mia collezione di stampe cinesi?", è appunto quella di invitare la persona concupita a conversare o cenare nel proprio salotto, pied-à-terre o padiglione privato (se accetta siamo già a metà strada) e poi portare la conversazione su "quel" tema anche aiutati da statue e quadri come quelli rappresentati nel post di KTTB.

Voila', ecco documentata la funzione pornografica dell'arte (che ovviamente non è l'unica) e il motivo della rappresentazione "sessista" di tante Veneri, ninfe, vergini, Diane cacciatrici e amazzoni varie.

"Questo dipinto è sublime. Guardate che meravigliosa schiena ha questa odalisca... Ma la vostra è sicuramente molto più attraente, contessa." E così, adesso, la contessa, lusingata, comincia a pensare a "quello", comincia a confrontare mentalmente la propria schiena con quella dell'odalisca, e comincia a mandare i segnali dell'eventuale "no", dell'eventuale "ni" o dell'eventuale "si".

2 commenti:

kttb ha detto...

Mah..., forse Napoleone III si fece anche una pippa imperiale davanti al quadro. O magari lo usò come "quinta" per qualcuno dei suoi numerosi rendez vous. Non è la fruizione a rendere il quadro pornografico. Sulle intenzioni dell'autore poi..., per il senso che può avere parlarne, perché usare il termine pornografico? Io direi erotismo. Non per sfumare. Mi pare più appropriato. Non vedo sessualità esibita con crudezza. E, anche da un punto di vista etimologico, non vedo scrittura su prostituta (porno grafia).
Venere sarà anche stata "allegra". Ma lei lo faceva per passione...;D

Gianni ha detto...

KTTB, il mio discorso non è limitato e chiuso a questo particolare quadro e il particolare episodio di Napoleone III :-)

Inoltre sto parlando di "funzione" pornografica dell'arte.

È ovvio che la "funzione" non cambia l'opera in sé. Ma è interessante sapere che ci sono "n" modalità di fruizione diverse, fra cui quella, storicamente importante anche se generalmente taciuta nei libri del liceo, della fruizione a fini sessuali. Quei nudi non li avrebbe comprati nessuno, se non ci fosse stata anche quella funzione.

Se dicessi una cosa ovvia oggi, che l'arte ha anche la funzione di manifestare il potere economico del collezionista che acquista l'opera, probabilmente nessuno obietterebbe.

Infatti se vai a casa di qualcuno e vedi un Van Gogh autentico, non pensi "però, che gusto sopraffino", pensi più facilmente: "perbacco, questi sono ricchi sfondati"... Il che non modifica l'opera, e non rende automaticamente il povero Vincent Van Gogh un avido mercantilista.