lunedì 23 luglio 2012

Il tema dei "finti follower" su Twitter è grandemente esagerato


La questione dei "finti follower" su Twitter scoperta da Marco Camisani Calzolari è come la notizia della morte di Mark Twain, successivamente smentita da lui stesso: grandemente esagerata.

In gran parte è un fenomeno fisiologico di tutti i database:

qualsiasi elenco di esseri umani (compresa la rubrica telefonica del proprio telefonino) accumula un tasso di errore pari almeno al 5% annuo (al 10% annuo se non viene fatta nessuna manutenzione e pulizia). Bastano due o tre anni di mancata pulizia delle liste per cumulare questo effetto raggiungendo percentuali di errore pari al 15-30%.

Questo perché gli esseri umani:

  1. traslocano
  2. cambiano indirizzo
  3. si ammalano
  4. muoiono
  5. cambiano vita
  6. cambiano mestiere
In particolare, nel caso degli account Twitter (di cui, a differenza per esempio dei database di indirizzi e-mail delle newsletter, in genere non viene fatta manutenzione dei follower) succede anche che:
  • L'utente non usa più l'account
  • Ne ha più d'uno e alcuni li usa poco
  • Si è dimenticato la password e, invece di recuperarla, ne ha creato un'altro
  • Non usa più da anni l'indirizzo e-mail connesso
  • Altri motivi che non mi vengono in mente.

ergo, un account Twitter con 4 anni di anzianità ha fisiologicamente almeno il 20% di follower obsoleti (account duplicati, non utilizzati, di cui l'utente ha perso la pw, è deceduto, ecc). Se a questi si aggiungono i bot e gli accounti automatici e semi-automatici (alcuni dei quali perfettamente legittimi, ad esempio quelli che lanciano automaticamente i nuovi post di un blog molto seguito), eccoci arrivati ai numeri che Marco Camisani Calzolari esibisce con tanto scandalo. :-)

Insomma: è un fenomeno fisiologico di ogni database, con numeri più o meno alti: anche gli elenchi degli abbonati dei periodici cartacei sono pieni di errori, salvo che, siccome spedire un giornale cartaceo costa, c'è un interesse economico a pulire il più possibile gli elenchi, tenendo questa percentuale d'errore sotto il 10%. Nel caso di Twitter, siccome l'errore ha un costo vicino a zero, praticamente nessuno si preoccupa di verificare e pulire le liste dei propri follower.


Aggiornamenti:


Qui un'interessante analisi del documento e della procedura applicata da Marco Camisani Calzolari (in inglese), di Gianluca Stringhini.


Qui l'analisi della vicenda, senza peli sulla lingua, di Gianluca Neri, blog Macchianera.


Qui invece un interessantissimo caso di utente inesistente ma popolarissimo, il caso Laiello su aNobii.

venerdì 20 luglio 2012

Lettera aperta ai Grandi Manager della #pubblicità italiana


"...una domanda semplice semplice: come fanno le grandi agenzie, gran parte delle quali peraltro iscritte ad Assocomunicazione, a sopravvivere e pagare stipendi coi prezzi che stanno chiedendo ai clienti?
(...)
Prendiamo, fra i moltissimi, un caso recente (Poste Italiane) che ha coinvolto diversi nomi noti. Ricordando che ci sono casi anche più imbarazzanti.
Nel caso di Poste Italiane si tratta di un incarico che dura tre anni, chiede – a detta del cliente – il coinvolgimento costante di più persone, e viene aggiudicato a circa 60.000 euro complessivi. Vuol dire 20.000 euro all’anno. Il costo, spese generali escluse, di un singolo stipendio regolare da apprendista: circa 1000 euro al mese."

Il resto della lettera aperta di Massimo Guastini e Annamaria Testa qui.