domenica 18 dicembre 2011

Siete ignoranti digitali? È arrivato il momento di nasconderlo

Il computer HP 9830A Tecnologia digitale del 1970
Ascolto tutte le domeniche Black Out - Radio2 e mi piace. Però, quando possibile, ho preso l'abitudine di protestare ogni volta che sento manifestazioni di ignoranza digitale, piuttosto diffuse fra i conduttori delle trasmissioni di Radio 2. Ho comprato il mio primo computer nel 1985 (ventisei anni fa) e posso dire che il digitale non è una strana novità ma è una cosa vecchia. Credo che in Europa solo in Italia il digitale continui ad essere presentato come una strana novità di cui diffidare.

Il monologo di Enrico Vaime domenica mattina 18 dicembre 2011 sarebbe stato d'attualità nel 1995. Oggi quel monologo e la complicità che sottintende fra "non digitali" è purtroppo solo la dimostrazione di quanto è arretrato il nostro paese.

Ad esempio, il caso raccontato nel monologo, la sceneggiatura scomparsa "schiacciando un tasto", non è un incidente o una prova della fragilità del digitale: è, purtroppo, solo una dimostrazione di inconsapevole ignoranza e incompetenza. Se "schiacciando un tasto" il documento sparisce, è solo la prova che non hai fatto nessuna copia di sicurezza. Colpa tua, come partire in auto per il deserto con il serbatoio in riserva.

L'ignorante digitale non se ne rende conto, ma è esattamente come dire: - "Non mi fido di questa novità del gas in casa: un mio amico s'è fatto le uova al tegamino e ha incendiato la cucina". Oppure: - "Non mi piace questa novità dell'automobile: ho fatto guidare mio figlio di otto anni e ci siamo schiantati contro un muro".

In tutti e tre gli esempi (sceneggiatura perduta, incendio in cucina e incidente col figlio di otto anni alla guida) si tratta di ignoranza e incompetenza, non di problemi specifici dello strumento.

Essere ignoranti digitali non è una colpa e può essere una libera scelta, come non guardare la tv, non prendere la patente o decidere di non leggere libri. Però, come nel caso non leggere libri, nel 2011, a quasi quarant'anni dall'invenzione del personal computer, sarebbe meglio vergognarsene e nasconderlo, invece di esserne beffardamente orgogliosi.

mercoledì 14 dicembre 2011

Il governo ammette l'accordo sottobanco sulle Frequenze TV



Questo scambio di battute fa il paio con le dichiarazioni di Luciano Violante alla Camera nel 2003, che dimostrano quanto il problema televisivo sia centrale nella politica italiana (con un conflitto di interesse che riguarda, oltre a Silvio Berlusconi, anche tutti i principali partiti e la loro lottizzazione in ambito Rai).

giovedì 8 dicembre 2011

"Uaired, il settimanale di novità e uaifai"

Ascolto spesso "Il ruggito del Coniglio" su Radiodue. È una trasmissione storica di quella rete radiofonica Rai, ed è molto divertente. Stamattina hanno parlato di Wired, ma facendo la solita manfrina di quelli che non capiscono niente di tecnologia, tipica di molti giornalisti e persone di spettacolo italiane sopra i quaranta e i cinquanta.

Il problema è che veramente non ne capiscono niente. Hanno definito Wired "il settimanale (!) che parla di novità tecnologiche (vabbè...) e Wi-Fi(?!), il settimanale che tutti leggiamo senza capire niente".

Nella stessa mattinata Chiara Gamberale ha detto "adesso lo mettiamo su Facebook, anzi lo "postiamo", scusate non conosco bene la terminologia di queste nuove modalità di comunicazione" e successivamente altri giornalisti si sono stupiti del fatto che Mario Monti avesse usato il termine "firewall" (un termine tecnico che io ho letto per la prima volta nel 1993 su un articolo di Scientific American su Internet, un termine che oggi è strano per chi si occupa di Internet come "acceleratore" per chi ha la patente di guida)

L'ignoranza informatica è elegante.
Le battute erano anche divertenti, però, per chi conosce Wired e per chi usa Internet da anni, non può non colpire la grossolana incompetenza ostentata da "lavoratori dello spettacolo e dell'editoria" che invece dovrebbero essere ben più competenti in fatto di comunicazione digitale. La crassa ignoranza di Bruno Vespa in tema di Internet, oppure le continue manifestazioni di incompetenza informatica di Fabio Fazio in tv sono diventate intollerabili. Se sono ignoranti, almeno lo nascondano.

Ora, se un cabarettista per il suo numero crea il personaggio dell'ignorante informatico può essere divertente. Ma se un alto numero di giornalisti e autori radiofonici e televisivi ostentano incompetenza informatica come se Internet e le nuove tecnologie fossero novità astruse emerse da poche settimane, è arrivato il momento di dire loro che sono, appunto, degli incompetenti.

Oggi, salvo eccezioni motivate da speciale talento, non è possibile occuparsi di tv, radio, giornalismo senza essere conoscere Internet, i social media, i rudimenti del blogging e le tecnologie digitali.

Ragazzi, è ora di dirlo chiaro: chi non conosce le basi di Internet è un ignorante. E in certi casi essere ignoranti è una colpa, come nel caso di buona parte di quel 60% di italiani che si informa esclusivamente guardando la tv.